La doppia anima beatlesiana di una squadra da hit parade


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Confermando la sua natura di squadra ellenica epicurea che oltre al giuoco del calcio offre pure al pubblico lezioni di filosofia, il Napoli inizia il campionato non solo con una vittoria ma anche con un insegnamento morale di cui fare tesoro tutti e subito a prescindere dal rettangolo di gioco: la felicità non dipende dal numero di guai che ti si presentano ma dal modo in cui reagisci ad essi. E ieri, infatti, dopo il momentaneo vantaggio della Lazio e il gol su ribattuta poi annullato a Milik, poteva succedere di tutto. Che Milik si deprimesse e tornasse a fare gli incubi di notte con Mertens che invece di dargli i numeri gli dava i paccheri dietro alla testa. Che i tifosi iniziassero a fare le telefonate anonime a Inglese per convincerlo a tornare sotto le mentite spoglie di uno svincolato a caso del Sud America. Che Ancelotti iniziasse a pensare seriamente che per far transitare la squadra dal sarrismo all’ancelottismo bisognasse ricorrere all’ipnosi.
 

From: Il Mattino.

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