C’era una volta la dittatura del portiere. Intoccabile,
insostituibile. Il Napoli volta pagina: Reina, con Sarri, non ha
giocato solo nove volte in tre anni: nove volte su 147 partite
disputate dagli azzurri. Compresa Coppa Italia ed Europa League.
Per i suoi secondi, da Gabriel a Rafael e Sepe sono state solo
panchine infinite. Quest’anno, si sa, cambia tutto: Ancelotti
rimette in discusione la sacralità del numero uno. Uno dei
suoi maestri, Sacchi, ha la primogenitura dell’alternanza
campionato-coppa, con Andrea Pazzagli titolare la domenica,
Giovanni Galli il mercoledì in Coppa dei Campioni (stagione
1989-90). Lo stesso piatto che, al Real, proprio Carletto ha
cucinato per Diego Lopez (Liga) e Iker Casillas (Champions). E
arrivò la Decima. Ecco, ora il Napoli dopo aver inseguito in
maniera forsennata il terzo portiere, si ritrova davanti un bel
incrocio. Karnezis, dopo gli imbarazzi del precampionato, con la
Lazio non ha combinato guai. Nessuna tragedia greca, insomma, ma
ora c’è Ospina che arriva dall’Arsenal dove ha
collezionato un bel po’ di gare europee. E se è qui,
qualche garanzia l’avrà avuta. Sennò restava a
Londra a fare la bella statuina. Già, perché anche
Wenger era uno di quegli allenatori che prediligeva
l’alternanza. Il colombiano in Champions e in Europa League da
titolare, Cech nella Premier.
From: Il Mattino.