Zenga gioca Sampdoria-Napoli: «Ancelotti, attento alle trappole»


CONDIVIDI/SHARE

image

Un occhio da portiere e l’altro da allenatore: lo sguardo di
Walter Zenga difficilmente va dalla parte sbagliata. L’Uomo
Ragno del calcio italiano è una buona bilancia per pesare il
Napoli e la lotta per lo scudetto, i gironi Champions e
l’impatto di Cristiano Ronaldo sul nostro campionato. Da
tecnico, d’altronde, è andato in giro per il mondo a
piantare bandierine. Partito nel 98 dal New England, è
arrivato al Crotone, passando per l’Europa dell’Est,
allungandosi fino alla Turchia e agli Emirati Arabi.

Zenga, i portieri della serie A con Cristiano Ronaldo non
passeranno giornate serene?

«Mai brutte come quelle che vivevo io quando sapevo di dover
giocare contro Maradona, Giordano e Careca…».

Com’è questo Napoli di Ancelotti?
«Competitivo e maturo per vincere lo scudetto. Carlo è
il migliore nella gestione delle persone e delle emozioni. Lui ha
un carattere forte e sa come imporre le sue idee. Gli azzurri, sia
pure diversi rispetto ai bianconeri, lotteranno fino all’ultimo
respiro per il primo posto».

E poi?
«L’Inter, ovvio. Hanno il dovere di inserirsi tra Napoli
e Juventus visto il mercato che è stato fatto. E non mi
piace quando si dice che rischia di essere una pressione eccessiva
sentirsi l’anti-Juve perché, quando si spendono tutti
quei soldi, devi avere anche giocatori che sappiano controllare e
gestire quella tensione».

L’arrivo di Ronaldo?
«È un bene per tutti. È un fuoriclasse, uno di
quelli per cui vale la pena andare allo stadio. Alla gente piace
vedere quelli che danno spettacolo e lui è uno di questi.
Poi Allegri è il tecnico perfetto per trovare l’assetto
giusto».

Gli avversari sperano che possa rompere gli equilibri di un
gruppo vincente. Possibile?

«Quando arrivano giocatori immaturi o viziati, il rischio
c’è. Ma io quando andai a Madrid rimasi colpito dai
giudizi che tutti davano di Cristiano all’interno del Real. E
con i miei occhi l’ho visto allenarsi per due ore il giorno
dopo aver disputato novanta minuti in una gara ufficiale. Da solo.
E quando uno incontra questi fenomeni di umiltà e
professionalità, impossibile che si rompa
qualcosa».

From: Il Mattino.

CONDIVIDI/SHARE