Tra poco sarà un anno. Un anno dal suo primo infortunio,
quello ai crociati. Ghoulam sa che non sarà semplice. Non
tanto tornare, quanto tornare velocemente quello di prima.
«Ho avuto la mia parte di dolore, mi prendo adesso la mia
parte di felicità». Sul suo Twitter, il
franco-algerino posta una foto con questa scritta, presa a prestito
da un furgoncino che espone la frase alla vista degli altri
automobilisti. Deve essere stato assai colpito, Ghoulam, da quelle
parole: il dolore e la felicità. Deve averle sentite sue. Il
crac al ginocchio nel momento migliore della sua carriera. Contro
il Manchester City, in Champions League. Poi il ritorno lento, la
rottura della rotula a febbraio, il rientro soft, le tre panchine
con Sarri nel finale di stagione e la nuova frenate per un altro
accidenti al ginocchio, nel corso della sua vacanza a Miami. Adesso
il ritorno è vicino. Anche se non tantissimo.
Da una decina di giorni lavora con il gruppo, ma c’è
bisogno ancora di qualche settimana per poterlo rivedere sul
terreno di gioco. Non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che
corra e giochi con gli altri: la partita è un’altra
cosa. Lo sa lui e lo sanno tutti. Un anno lontano dai campi non
è questione di poco conto: Ghoulam mostra serenità,
ogni volta che può. Per scovargli qualche sentimento
può servire ricordargli l’avverbio che più
è stato usato, in questi mesi, per spiegare il programma di
recupero: «Progressivamente». Il cammino di Ghoulam
verso la migliore condizione deve ancora avvenire per gradi:
«Progressivamente», per l’appunto. Lo ripetono
tutti dalla prima ora. Ed è per questo che c’è
ancora da attendere: la prima convocazione non è ancora
scontata, non c’è una data segnata sul calendario. Lui
spera che già a Udine possa far parte del gruppo, ma
difficilmente Ancelotti lo porterà in Friuli. Meglio
continuare col proprio programma di lavoro, puntando al bersaglio
grosso del recupero della forma fisica, senza impegni
ravvicinati.
From: Il Mattino.