Napoli, Insigne oltre i limiti: solo cose da grande


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Al San Paolo il big match con la Roma occasione speciale per l’azzurro in stato di grazia. Continua la maturazione di Lorenzo, sempre più implacabile grazie alla nuova posizione in campo pensata per lui da Ancelotti e capace di cancellare i dubbi sulla continuità del suo rendimento

CASTEL VOLTURNO – Almeno adesso la smetteranno con quei pensieri trasversali, perché se segni anche al Parco dei Principi, con tanto di cucchiaino, dopo aver spaccato il Liverpool, e se ne hai già fatti sei in campionato, e se in passato pure a Madrid, il «Santiago Bernabeu» con il suo miedo escenico, e prim’ancora la doppietta a san Siro, i gol all’Olimpico nella finale di coppa Italia: basterà, maledizione, per togliere dalla testa della gente, miscredenti che non siete altri, a convincerli che questo è un uomo e, poi ognuno decida come meglio creda, forse anche il calciatore italiano più forte. E prima era discontinuo e poi non aveva carattere e poi spariva nelle partite che contano e poi gli piaceva il tiroaggiro e poi era diventato egoista: gliene ne hanno dette e quando proprio non potevano bisbigliavano tutti assieme, e se sommate trenta o quarantamila sospiri, diviene un impropero fastidioso da sopportare.

STRADA FACENDO – Mica si diventa Lorenzino Insigne così, dalla sera di Parigi alla notte con la Roma, c’è tutto un percorso precedente, che ha avviato Zdenek Zeman, ai tempi comuni del Pescara, pur in serie B, tirandolo fuori da quella nuvola di fumo che avvolgeva lo scugnizzo, bravo ma piccolo, e invece divenuto poi un gigante, ma ancora prima del Parco dei Principi, in quella naturalezza con cui andarsi a prendere le responsabilità, ascoltare i fischi e il dissenso e tacitarli a suon di gol: ne ha fatto quarantasette nel triennio di Sarri, ma il meglio stava per venire e non lo sapeva nessuno, neanche questo monello sorridente, che Ancelotti ha sistemato frontalmente alla porta, un po’ centravanti e po‘ sottopunta, riducendogli il chilometraggio e allungandogli le statistiche e dilatandone l’estro, divenuto ora (quasi) incontrollabile.

IL BOOM – Insigne è in una galleria di capolavori, perché evidentemente il talento rifiuta la banalità, che nasce, quest’anno, all’Olimpico di Roma, una palla all’incrocio, quello che però stava dall’altra parte: ma è con la Fiorentina che comincia quest’avventura da attaccante tout court, non più l’ala di un tempo, ma qualcosa di più ampio, di diverso, di alternativo, di tremendamente inaspettato e indiscutibilmente moderno.

Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio

From: Corriere Dello Sport.

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