È stata una bella partita? Non è stata una bella
partita? È stato un bel risultato battere sul filo il Genoa
in una serata di pali e gioco arruffato. C’è ancora la
grande bellezza del Napoli che ha incantato l’Italia e
l’Europa? La grande bellezza tarda ad esprimersi nella partita
attorcigliata contro il Genoa. È una serata in cui gli
azzurri tessono con difficoltà la tela di Sarri Penelope. La
bellezza del Napoli è adagiata sul secondo posto come
Paolina Borghese sul divano. Belli il Napoli e Paolina, da guardare
a lungo, così erotici col giro-palla l’uno, con i
bianchi glutei lei, il petto nudo e la testa leggiadra. Paolina
rimane fissa nel marmo di Canova e il Napoli è sul marmo del
secondo posto.
Nel momento cruciale, Roma, Inter, anche ieri sera, al Napoli
è mancata Sophia Loren, la bellezza aggressiva, tenace,
sfrontata e risoluta di Sophia pizzaiola a Materdei in L’oro di
Napoli. Quella camminata ampia, sfacciata, baldanzosa,
irresistibile. Quel passo suggestivo e dominatore. Quella falcata
suprema. Al Napoli sono mancate le gambe di Sophia.
La bellezza del Napoli è piuttosto il volto biondo di Virna
Lisi, la pelle luminosa di Gloria Guida, l’incanto di
Giuseppina Cannella miss Italia nel mondo, la grazia di Roberta
Capua miss Italia negli anni Ottanta. È una bellezza cui
manca la grinta di Sophia, il suo fascino elettrico che incendiava
le platee, frutto di una originale bellezza unica e asimmetrica in
confronto alla precisa trigonometria di Sarri. Una bellezza
spiazzante, quella della grande puteolana.
Non è spiazzante la bellezza del Napoli. In alcune occasioni
è stata straripante, come la bellezza di Serena Grandi,
quando i seni, i coseni, l’ipotenusa e i cateti di Sarri hanno
prodotto le goleade contro Cagliari, Torino, Benevento, un orgasmo
di giornata. In altri casi è stata la bellezza statuaria di
Monica Bellucci nelle sontuose vittorie su Roma e Lazio e nella
monumentale vittoriona di Bologna.
From: Il Mattino.