Allan signore del centrocampo, Mertens non è mai pericoloso


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6 Reina
Respinge allargando le gambe una conclusione di Budimir con il guardalinee che ha alzato la bandierina. Nel freddo dello Scida resta a lungo a osservare la partita, poi non è impeccabile su un rinvio e Trotta prova a sorprenderlo con un pallonetto. Ma lui nel frattempo ha già ripreso posizione. In precedenza sul diagonale di Stoian che finisce a lato è sulla traiettoria giusta.

6,5 Maggio
Chiude con costante puntualità. Spolpa ogni avversario che si avventura dalla sua parte, in particolare Stoian con una pressione assatanata. Stoian è avversario di mestiere ma lui lo regge con altrettanto mestiere. Sempre basso a protezione delle sue zolle, va spesso verso il centro nonostante neppure Budimir incutesse una paura esagerata. Mai in affanno.

6,5 Albiol
Ok, il Crotone spara tappini di sughero, ma lo spagnolo dimostra una sicurezza e una pulizia di gioco che non lo tradisce in nessun momento. Daltronde, con Jorginho per certi tratti imbrigliato, al centrale spetta il compito di dare l’abbrivio all’azione. Il suo palleggio non va mai in affanno. Nella ripresa si affida alla durezza per fermare Rohden. Entra con la mano in faccia su Budimir e rischia il rosso.

6 Koulibaly
A volergli trovare il pelo nell’uovo, non spazza mai. E questo può essere un limite. Perché spesso l’avversario, Budimir o Trotta, gli vanno in pressione sapendo che la palla in tribuna non la getterà mai. Dunque, qualche volta nei pasticci si mette da solo, ma sono molti di più i guai che spazza via. Anche perché con quel fisico e quella corsa può fare spesso ciò che gli pare.

6 Hysaj
Sulla sinistra è difficile che possa trovare la migliore versione di sé. Però non si fa quasi mai stupire da Trotta, che si accentra a ripetizione creando molta confusione nella zone centrale della difesa del Napoli. Le sovrapposizioni a Insigne e Hamsik sono continue e non mancano mai. E non gli scappano stavolta neppure distrazioni che nel passato lo hanno esposto a brutte figure.

6,5 Allan
Mandragora fa quello che può: il brasiliano illumina con una serenità disarmente Hamsik in occasione del gol dello slovacco. Anche in riva allo Jonio parte con tono dimesso ma poi si prende ciò che vuole: decide di dare una interpretazione sorniona del ruolo, ma poi in ogni azione pericolosa degli azzurri del primo tempo c’è il suo zampino. Buono spirito e buona gamba.

6 Jorginho
Budimir arretra per schermarlo. Barberis lo aspetta e prova a dargli noia. Regia non sempre illuminata, ma si propone sempre come punto di riferimento centrale a dare ordine. Non sempre riesce a far scattare le ripartenze al momento giusto, ma ha una voglia matta e non si tira mai indietro. Nonostante la folla di maglie rossoblà che si accentra attorno a lui.

7,5 Hamsik
Fa quello che gli pare e quando gli pare. Non solo il gol (il terzo consecutivo in campionato), non solo la squadra presa per mano, come canterebbe l’idolo di qui, Rino Gaetano. Provano a fermarlo o a limitarlo ma Marek è nella serata in cui ha palleggio, qualità e incursioni. Piace per la pulizia degli interventi, per l’ordine nella fase di disimpegno. È oro prezioso: anche perché cancella Rohden dal terreno di gioco. Maestoso.

6 Callejon
Collabora attivamente all’assedio che mette subito in scatola il Crotone. Pressione e spinta. Pur se si affaccia molto meno del solito alla conclusione. Il suo velo sulla conclusione di Insigne è magistrale, difficilmente lo vedi tirare il fiato perché qualcosa da fare c’è sempre. Tatticamente come sempre assai  determinante sotto il profilo tattico.

5,5 Mertens
Aspetta troppo la palla, in qualche frangente appare un po’ superficiale. I compagni lo cercano con frequenza, ma sul campo che lo ha consacrato falso nove fa immensa fatica a ritagliarsi lo spazio per una vera conclusione. Più prezioso in fase di contenimento, ma difficilmente gli riesce di attaccare la profondità come nei bei tempi. Pericoloso solo su una punizione nel primo tempo. 

6,5 Insigne
Sarri non deve certo guardarlo negli occhi per capire se è motivato o meno: Lorenzo è nato così: con il verme solitario e una fame agonistica che non finisce mai. Innesca di continuo Callejon, con cui ha un asse quasi magico nonostante giochi dall’altra parte. Fa su e giù la fascia neppure avesse un motorino sotto di sé. Prende una traversa con una parabole delle sue. 

6 Zielinski
Si piazza nel tridente al posto di Insigne: quasi costringe Ceccherini all’errore in disimpegno con il suo pressing. Bello da vedere in un’azione in solitario dove magari non avrà fatto la gioia di Sarri ma dove il polacco ha mostrato tecnica e tenacia. Tiene poco la palla, è questo è un limite. Cerca sempre lo spunto, ma perché ha voglia di mettersi in mostra.

6 Diawara
Entra quando Sarri ha bisogno dei suoi muscoli per provare a contenere qualche ripartenza di troppo dei padroni di casa. Il ritmo non è particolarmente alto, lui si limita a dare qualche spallata in più nel mezzo. Le fiammate del Crotone fanno tenere la guardia sempre alzata, ma lui si piazza nel suo quadrato. Tira pure dalla distanza, cosa che Jorginho fa raramente.

sv Rog
A due minuti dal novantesimo il croato prende il posto di Mertens. E poiché per Sarri il suo 4-3-3 è esattamente come il teorema di Pitagora, nel senso che non può essere messo in discussione, recita la parte di Callejon nel tridente, con lo spagnolo che invece si piazza al centro proprio come con l’Udinese in Coppa Italia. Magari una anticipazione in vista dell’Atalanta nei quarti.

7 Sarri
L’uomo ragno Zenga prova a imbrigliare il centrocampo con una ragnatela fatta di giocatori che spesso raddoppiano in marcatura e altre volte si alternano nel dare fastidio alle menti azzurre. Il Crotone tenta di imitare Juve e Inter con un 4-4-2 molto accademico che poi diventa un tradizionale 4-3-3 una volta andato sotto. Sarri non si smuove di un centimetro: intorno ai suoi cateti della mediana costruisce il successo.La sua pressione è costante, il suo possesso palla senza fine. Per la seconda volta nella sua carriera è campione d’Inverno. In una serata in cui il suo gioco, al contrario, non è proprio una fioritura primaverile di bellezza. Ma di fine concretezza. 

From: Il Mattino.

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