Il primo dei suoi sogni lo ha realizzato. Segnare un gol al Maradona davanti a quarantamila tifosi. Certo, quella di mercoledì era soltanto un’amichevole. Ma per Giuseppe Ambrosino, 18enne di Procida con la maglia azzurra tatuata sulla pelle, significava poco. L’importante era giocare, segnare, raccogliere applausi dagli spalti e complimenti dalla panchina, quelli che Spalletti ha puntualmente fatto a lui e agli altri giovani schierati nel secondo tempo del test con la Juve Stabia.
Giuseppe è giovanissimo eppure ha fatto già tanti sacrifici per il calcio. Come quello di prendere il traghetto tutti i giorni, dall’età di 13 anni, da Procida a Napoli per allenarsi, prima di essere accolto nella foresteria della società. Bomber del campionato Primavera e protagonista con la nazionale Under 19, Ambrosino ha partecipato ai ritiri precampionato di Dimaro e Castel di Sangro. Difficile che possa trovare spazio nel Napoli 2022-2023, Spalletti e la società studiano la possibilità di farlo giocare in un’altra categoria affinché completi la maturazione. Lui aspetta un segnale. Le idee e le proposte non mancano, anche dall’estero.
Alla sua età Jack Raspadori collezionava le prime presenze nel Sassuolo. Ma quella è un’altra storia perché nel club emiliano il flusso di giocatori dal vivaio alla prima squadra – spesso poi ceduti a prezzi elevati – è continuo. Qui no. Qui si devono fare dei giri, più o meno lunghi. Insigne ha giocato con Cavese, Foggia e Pescara prima di entrare in pianta stabile nel Napoli e diventarne un protagonista. Più brevi invece le esperienze lontano dalla casa madre fatte da Gaetano e Zerbin.
Le strutture del vivaio vanno potenziate per sfruttare l’immenso serbatoio del calcio campano e per far sì che talenti come Raspadori possano anche essere creati in casa, affidandosi alle mani di tecnici di valore.