Ancelotti, 60 anni: la favola di Carletto e il suo sogno napoletano


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La storia di Ancelotti, che compie oggi 60 anni, è
un’autentica favola italiana. Da Reggiolo, paese della
provincia emiliana, alla gloria mondiale grazie ai successi
conquistati da calciatore e da allenatore. D’altra parte, il
destino è nel nome, anzi nei nomi: Carlo Michelangelo, re e
artista di quel pallone cominciato a toccare, e bene, dalle sue
parti, con il gol segnato a 19 anni che valse al Parma la
promozione in serie B. Carlo, Mr. Champions per le cinque Coppe
conquistate tra campo e panchina, ha scritto sulla sua vita tre
libri: «Il leader calmo», «Il mio albero di
Natale» e «Preferisco la coppa», dove con ironia
– un ingrediente che manca al calcio italiano ma non a lui – ha
parlato dei suoi successi e dei suoi drammi, come il doppio
infortunio al ginocchio destro ai tempi della Roma che
l’obbligò a saltare la finale di Coppa dei Campioni
dell’84. Si sarebbe rifatto cinque anni, vincendola con il
Milan.

I SUOI 6 PALLONI D’ORO
Pochissimi al mondo hanno vinto quanto quest’uomo garbato, che
inarca il sopracciglio sinistro se si arrabbia. Il primato delle
tre Champions condiviso con Bob Paisley e Zinedine Zidane; quello
dello scudetto vinto in quattro differenti Paesi con Tomislav Ivic,
Ernst Happel, José Mourinho e Giovanni Trapattoni. I suoi
moduli, dall’albero di Natale milanista al 4-4-2 che ha
riproposto a Napoli, sono materia di studio per giovani colleghi.
Ha allenato i migliori al mondo, compresi sei Palloni d’oro:
Shevchenko, Ronaldinho, Cannavaro, Kakà, Cristiano Ronaldo e
Modric. È nel cuore delle tifoserie della Roma e del Milan,
mentre quella del Napoli deve ancora completamente conquistarla. I
primi quattro mesi sono stati brillantissimi, gli ultimi quattro
pieni di ombre. In campionato la Juve è rimasta sempre a
distanza di sicurezza; all’estero è stata sfiorata
l’impresa sul campo del Liverpool che avrebbe poi vinto la
Champions e invece zero gol nei quarti di Europa League contro
l’Arsenal. Carlo, uomo pragmatico, sa che tutto dipende dai
risultati: nel primo anno azzurro è stato riconfermato con
merito il secondo posto, però sono stati falliti gli altri
obiettivi. Quali saranno i prossimi?

From: Il Mattino.

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