Le due sconfitte consecutive al San Paolo, il rumoreggiare a fine
partita dei tifosi, una squadra sempre più imballata e in
crisi nera di risultati. Ancelotti vive decisamente il momento
più difficile da quando è a Napoli e sta conoscendo
l’altra faccia della medaglia, quella nota a un allenatore
esperto come lui quando i risultati non arrivano.
IL RAPPORTO CON L’AMBIENTE
Immutato il feeling con De Laurentiis, il presidente gli ha dato
carta bianca per il presente e per il futuro. Si è
verificato invece qualche primo scricchiolio con l’ambiente per
le ultime delusioni, l’eliminazione in Europa League con
l’Arsenal e il ko in campionato contro l’Atalanta che si
aggiungono ad altri momenti poco felici, come l’eliminazione in
coppa Italia ad opera del Milan, e un campionato in cui il Napoli
non è riuscito a dare filo da torcere alla Juventus a
dispetto di quelli che erano i propositi iniziali. Durante la
partita con l’Atalanta in curva B è stato anche esposto
uno striscione «Sarri, uno di noi», dedicato all’ex
allenatore a un anno esatto di distanza dalla vittoria di Torino
sulla Juve con il gol di Koulibaly. Con Ancelotti fu amore a prima
vista con la tifoseria napoletana, già dai primi allenamenti
in ritiro a Dimaro, una vera e propria accoglienza da re per
l’allenatore tra i più vincenti in Europa. Assorbiti
bene i primi ko degli azzurri e anche l’uscita in Champions
League. Qualcosa è cambiato invece dopo l’eliminazione
in Europa League ad opera dell’Arsenal con le prime
osservazioni critiche dei tifosi sui social nei confronti del
tecnico.
IL CALO
Netta la flessione del Napoli che ha retto fino a dicembre
sfruttando l’ottima partenza e l’effetto entusiasmo per i
primi risultati positivi nel girone infernale di Champions League e
poi da gennaio è sensibilmente calato. Dalla notte di
Anfield contro il Liverpool qualcosa è cambiato negli
azzurri a livello di testa e nel nuovo anno è cominciato il
calo coinciso con la flessione di Allan e Insigne, due degli uomini
cardine del Napoli nella prima parte di stagione. Un passo indietro
in termini di autostima con l’aggiunta nelle ultime partite di
una frenata come motivazioni per il largo vantaggio accumulato
sulle inseguitrici: l’ultima partita di spessore
all’Olimpico contro la Roma (un pirotecnico 4-1 contro una
squadra però in chiara difficoltà), poi l’aprile
nero, con quattro sconfitte (due in campionato con Empoli e
Atalanta e le due in Europa League con l’Arsenal), il pareggio
con il Genoa e l’unica vittoria contro il Chievo Verona,
formazione ultima in classifica.
From: Il Mattino.