Arek Milik, il bel polacco e la teoria dei vasi comunicanti


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Se qualcuno non ha potuto vedere Atalanta-Napoli, perché bloccato nel traffico della tangenziale a corso Malta o a letto da un attacco fulminante di quella misteriosa malattia che ultimamente sta facendo strage nel personale Anm, niente paura. Nella sua immensa bontà, Carlo Ancelotti ha pensato anche a loro e per Bergamo ha confezionato una vittoria che è tranquillamente riassumibile con una sola frase: la teoria dei vasi comunicanti. Sbaglia, infatti, chi pensa che l’idraulico serva solo ad aggiustare i rubinetti o a chiudere evidenti falle d’acqua. No! L’idraulico serve anche e soprattutto a spiegare in maniera semplice e efficace come ha fatto ieri il Napoli a vincere e a portare a casa i tre punti. Dopo l’iniziale vantaggio messo a segno da Fabian e il temporaneo pareggio bergamasco realizzato dal core ngratissimo Zapata, Ancelotti ha capito che l’unico modo per tornare a Napoli non curnuti e mazziati era quello di applicare la teoria dei vasi comunicanti: quando un liquido è contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, esso raggiunge lo stesso livello originando un’unica superficie equipotenziale. Ora, il liquido ci stava, ossia la voglia di vincere testimoniata pure dalla circostanza che Mario Rui aveva ingarrato più di quattro diagonali difensive, i contenitori comunicanti pure (i calciatori) serviva solo la gravità. Embé! Più grave dell’eventualità di tornare da Bergamo a meno dieci dalla Juve cos’altro ci poteva stare? Ed ecco che verificatasi anche quest’ultima condizione, a dieci minuti dalla fine, Ancelotti ha buttato dentro l’idraulico, Milik. Il tempo di familiarizzare coi tifosi avversari e sbam! Stop al volo, gol e vittoria. Travaso di energia per gli azzurri e travaso di bile per Gasperini. Niente male, no?

From: Il Mattino.

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