Dietro un grande allenatore, si nasconde sempre un grande vice. Andatelo a raccontare a Brian Clough, che senza il suo Peter Taylor sembrava aver perso il suo potere magico. Ma alle volte un vice da delizia pi trasformarsi in croce.
Questo il caso di Eder Sarabia, che al fianco di Setien ha raccolto l’eredità di Valverde alla guida del Barcellona all’inizio del 2020. Una coppia che in questo momento sta facendo scintille, e non esattamente nel senso più positivo del termine. La fotografia del Barcellona di oggi è quella di Sarabia che parla durante un cooling break contro il Celta Vigo (gara che poi finirà 2-2 tra non poche polemiche) e Leo Messi che guarda altrove, come se il fatto non fosse il suo. Scena praticamente fotocopia di quella avvenuta quattro giorni fa durante un altro time out, contro l’Atletico Madrid (altro 2-2). Lo scollamento tra lo spogliatoio e lo staff tecnico è oramai sotto gli occhi di tutti, e tra i principali responsabili di questa rottura c’è il rapporto mai nato tra Sarabia e i giocatori. Sì, perché nello staff di Setien, il ruolo del suo vice è molto ingombrante. A Barcellona lo hanno capito da subito, ma senza digerirlo. I giocatori hanno anche provato a farlo presente all’allenatore e alla dirigenza, ma senza esito. E allora? La crepa è diventata voragine, proprio come quella che sta scavando il Real Madrid in classifica tra sé e il Barcellona. E pensare che all’arrivo di Setien, erano i catalani a dominare la Liga. Il distacco ora è di 4 punti, figli di una sola vittoria (uno striminzito 1-0 con l’Athletic Bilbao) e 3 pareggi nelle ultime quattro partite. E da qui i malumori e i musi lunghi che in fin dei conti hanno già segnato il destino dell’allenatore. Da qui alla fine della stagione, infatti, ogni momento sembra poter essere quello buono per la telefonata di esonero, con l’ombra di Xavi (l’ex centrocampista, però, subentrerebbe solo il prossimo anno) che si allunga, e quella di Piemienta (allenatore del Barça B) che incombe già per una soluzione temporanea e che potrebbe essere in panchina il prossimo 8 agosto per la gara di ritorno degli ottavi di Champions contro il Napoli.
Ma dicevamo di Sarabia, che è figlio d’arte. Suo padre Manu è stato un giocatore dell’Athletic Bilbao degli anni 80, diventato celebre per una maxi rissa proprio contro il Barcellona al termine della finale di Coppa del Re nel 1984. Durante la lite furibonda che si scatenò al triplice fischio (con i baschi vincitori 1-0) Manu Sarabia si lanciò su Maradona – alla sua ultima gara in blaugrana prima del trasferimento a Napoli -, colpendolo con un piede a martello sull’inguine che gli costò tre mesi di squalifica.
E ora? Le sorti del Barcellona in campionato sembrano segnate, con il Real Madrid in fuga e i catalani apparentemente incapaci di rimontare. Ma i problemi sono anche a lungo termine perché Messi non ha ancora rinnovato il suo contratto e ha più volte minacciato di lasciare il club, visto la clausola gli consente di liberarsi liberamente. La Pulce ha fatto capire che al di là dell’esonero di Setien, vuole anche la testa del presidente Bartomeu, con le elezioni che si terranno nel 2021. Il club è stato messo duramente sotto accusa dai giocatori anche dopo la cessione di Arthur, che passerà alla Juventus in cambio di Pjanic e soldi. Il Barcellona, però, è stato costretto a chiudere l’affare per ripianare i debiti e pareggiare un bilancio in rosso costante. Da qui alla gara con il Napoli, allora, dovrà anche essere rivalutata la figura di Griezmann – acquisto più caro dell’ultimo mercato estivo – e che proprio contro l’Atletico è stato impiegato appena per 3′ nel finale. Per salvare la panchina fino al Napoli, quindi, Setien dovrà provare a riaccendere l’entusiasmo di un popolo catalano che già prima del lockdown andava al Camp Nou solo per fischiare la sua brutta copia del tiki taka di Guardiola. Il resto, poi, sembra praticamente tutto già scritto.