Sono di Napoli, vivo a Napoli, la mia famiglia è di Napoli. A chi non piacerebbe allenare il Napoli? Spero di fare il mio percorso e di farmi trovare pronto, questo è quello che mi interessa per adesso». Così Fabio Cannavaro nel corso di una diretta Instagram sulla possibilità in futuro di allenare la squadra della sua città.
«Il Napoli è sempre stata la squadra del mio cuore -aggiunge il capitano dell’Italia campione del mondo 2006 e attuale allenatore del Guangzhou-. Purtroppo ho fatto poche partite per problemi societari, mi dovettero vendere e dopo non c’è stata più la possibilità di ritornare. Hanno detto che De Laurentiis non mi voleva, che io non volevo andare, cazz…perché non c’è mai stato un contatto vero e proprio».
Sull’episodio della testata di Zidane a Materazzi, Cannavaro racconda: «Ricordo solo il rumore, ero lì vicino. Mi girai e vidi Marco a terra, ma avevo sentito questo rumore e lui mi disse: ‘Mi ha dato una testatà. Al di là del dolore, Marco ha fatto quello che doveva fare: si è buttato a terra. La partita non è cambiata, era quella lì. Era destinata ai rigori». Allora Cannavaro era il capitano dell’Italia: «La finale tutta intera non l’ho mai rivista, solo degli spezzoni, mi fa molto più effetto -aggiunge Cannavaro -. Ogni volta che vedo il rigore di Grosso penso: ‘Speriamo che non sbaglì. Ero lì concentrato. Ad un certo punto venne Pirlo e mi disse: ‘Se Fabio segna abbiamo vintò».
Nel 2006 il difensore napoletano completò il suo anno d’oro con la vittoria del pallone d’oro. «Non ho le caratteristiche da giocatore di pallone d’oro e non ho la presunzione di pensarlo neanche adesso. Ma vedendo le prestazioni del Mondiale e con la Juve, come rendimento e prestazioni… Ci sta. Gigi, che era lì e meritava anche se lui ebbe qualche problemino in stagione con la Juve, fece un Mondiale stratosferico, ma arrivò con qualche punto indietro».