Caso Callejon, amarezza D’Angelo: «Non sono i ragazzi della curva B»


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Molto più di un semplice volto. Nino D’Angelo è
anche la voce di un mondo, quello delle curve napoletane, che da
anni porta avanti il suo credo fatto di valori sani e attaccamento
alla maglia dal Napoli. Insomma, cantante sì, ma soprattutto
tifoso. «Quel ragazzo della curva B», infatti è
stato un film cult della fine degli anni ’80. Nino D’Angelo
ne è stato il protagonista e con il passare del tempo
è rimasto il simbolo più potente di quella
generazione di tifosi azzurri. Gli stessi che oggi si chiedono
quale piega stia prendendo il mondo ultras alla luce degli ultimi
fatti di Frosinone-Napoli.

Come è rimasto quando dal settore ospiti dello
stadio Benito Stirpe è stata rilanciata in campo la maglia
di Callejon?

«Malissimo. Perché una cosa del genere non è
concepibile: è fuori dal mondo. Credo sia stata una reazione
esagerata, non si può rimandare in campo la maglia a un
calciatore».

Cosa direbbe a quel tifoso?
«Che ha sbagliato e che è un pazzo. Rilanciare la
maglia è il gesto più offensivo che ci possa essere e
per di più non esiste polemizzare in trasferta, credo sia
peggio ancora. I tifosi veri hanno diritto e dovere di criticare la
squadra, ma lanciare la maglia è troppo offensivo. I tifosi
del Napoli amano tutti i giocatori e in particolare Callejon che
è uno di quelli che suda sempre la maglia».

Lei, un ragazzo della curva B, come si
sente?

«Molto amareggiato e infatti chiedo scusa a Callejon per il
gesto perché credo che l’autore non se ne sia nemmeno
reso conto».

From: Il Mattino.

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