In una situazione di grande equilibrio, anche il peso di una farfalla – direbbe Erri De Luca – può fare la differenza. La farfalla di Napoli-Inter potrebbe essere Lorenzo Insigne. Ed è per questo che sarà, quello di oggi, ancora il suo giorno. Si continuerà a parlare di lui, delle sue possibilità di recupero per la gara di domani sera, dell’attesa per una guarigione lampo, dell’angoscia di non potercela fare e dei dubbi su chi far giocare al suo posto. E giù una serie di patemi non proprio di poco conto.
La presenza di Insigne è fortemente in dubbio: anche se gli accertamenti clinici eseguiti nella clinica Pinetamare hanno escluso lesioni, l’adduttore destro del fantasista di Frattamaggiore è ancora dolorante. È il sintomo di un affaticamento muscolare, nulla di che. Ma a patto che non venga sottovalutato: ed è per questo che la situazione va monitorata di continuo perché l’evoluzione dell’infortunio può essere rapida. In una direzione o in un’altra. Se lo staff medico frena, perché teme contraccolpi più gravi (per esempio, uno stiramento), il calciatore spinge per esserci. «Voglio giocare, fate qualsiasi cosa. Per riposare ho tempo», ha confidato a Castel Volturno, dopo i massaggi e le terapie di recupero. Forse neppure oggi si saprà con certezza se potrà giocare o no: il dolorino, anche ieri, non era sparito. Ovvio, se Insigne dovesse dire che se la sente di andare in campo, difficile dirgli di no. In ogni caso, ci sarebbe un piano pronto: giocherebbe domani con l’Inter e poi tirerebbe il fiato sicuro con il Genoa nell’infrasettimanale di mercoledì e forse pure con il Sassuolo.
Insigne è stato fin qui il genio della lampada, il motore (mobilissimo) della manovra offensiva, l’uomo in più in tutte le grandi partite. Viene da 51 gare consecutive sempre in campo. Logiche, dunque, l’angoscia e la preoccupazione, nell’affacciarsi alla partitissima con l’Inter. Ieri il club ha ufficializzato che l’infortunio accusato è «un affaticamento muscolare così come diagnosticato negli spogliatoi dell’Etihad Stadium». Non si specifica l’entità del problema fisico, né la diagnosi sul recupero.
From: Il Mattino.