Sullo stendipanni del Parma di oggi, D’Aversa può mettere le sue mollette nel segno del Napoli perché i due appigli principali sono azzurri: Sepe da una parte e Inglese dall’altra. Una sorta di spina dorsale sulla quale in questa stagione si è retta la delicata architettura degli emiliani. Le parate di Sepe – portiere di Torre del Greco cresciuto nelle giovanili del Napoli – ed i gol di Inglese – acquistato da Giuntoli un anno fa e lasciato in prestito prima al Chievo e poi al Parma – sono state fin qui decisive per il cammino del Parma.
MEZZO SERVIZIO
Fino al suo infortunio al legamento crociato, Alberto Grassi costituiva un punto fisso del centrocampo di D’Aversa. Anche lui spedito a Parma in prestito per giocare con continuità. Chi invece a Parma c’è stato solo di passaggio è Amato Ciciretti: il Napoli lo aveva mandato per fare esperienza, ma a gennaio l’esterno ha preferito migrare ad Ascoli in serie B.
IL PASSATO
Ma a guardare il Napoli di ieri, si scopre che sulla tratta dell’autostrada A1, le operazioni di mercato con il Parma sono state davvero all’ordine del giorno. E non si parla di operazioni low cost. Ad esempio nel 1993 furono in due a preferire il tortellino alla pizza: Gianfranco Zola e Massimo Crippa. Entrambi protagonisti del secondo scudetto del Napoli lasciarono l’azzurro per approdare nel Parma di Tanzi che si preparava ad aprire un ciclo. Appena un paio di anni dopo, a raggiungerli ci pensò anche Fabio Cannavaro. Era il 1995 quando il centrale destinato a diventare capitano della Nazionale campione del Mondo nel 2006 e pallone d’oro nello stesso anno, scelse di lasciare la sua città per sposare la causa del Parma. Strada a doppio senso, invece, quella percorsa da Paolo Cannavaro, fratello minore di Fabio, che dopo averlo raggiunto a Parma nel 1999 ed essere rimasto lì fino al 2006, ha deciso di tornare nella sua Napoli per ripartire dalla serie B e arrivare fino alla Champions. È l’unico ad essere tornato.
From: Il Mattino.