Dopo la partita di Champions, parole di sostegno da parte di tanti giocatori
NAPOLI – Fin troppo facile definirla così: l’ultima cena. Cin cin e poi l’esonero. […]
Poche parole anche nello spogliatoio, subito dopo la partita: clima teso, aria pesante, sensi di colpa. Già, perché i giocatori sanno perfettamente di aver avuto una gran fetta di responsabilità, in questo epilogo così amaro e quasi paradossale alla luce di un 4-0 che però lascia intatto il ribaltone. Ma tant’è: e non è un caso che in molti, dopo la partita e prima della doccia, abbiano pianto. Ancelotti naturalmente no, o forse lo ha nascosto benissimo. Anche dietro un gesto di saluto rivolto alla folla e agli individui. «Non stavo salutando i tifosi, stavo salutando mia moglie».
Saranno gli ottavi di fi nale conquistati da Carlo Ancelotti, che però attraverserà Rino Gattuso, con calciatori che escono allo scoperto ora, quando tutto ormai è già deciso, e si schierano: lo fa Koulibaly («Sono e sarò sempre con lui»), lo rifà Zielinski («Noi siamo sempre con lui»), e lo percepisce Ancelotti, che nello spogliatoio ha visto scendere le lacrime sulle guance di uomini difesi, eticamente e sinceramente, sino all’ultimo secondo. «Non c’è mai stata una spaccatura nel gruppo ma è normale essere in discussione, perché in campionato non siamo riusciti a fare ciò che invece ci è venuto benissimo in Champions. Dobbiamo tornare a giocare bene anche in Serie A, è chiaro. Ma sta volta abbiamo avuto risposte, con il rientro di Allan e quello di Milik, con il gesto di Mertens di concedere al centravanti polacco la possibilità di realizzare la tripletta. I segnali sono quelli giusti e Milik ci è mancato tanto». Però oggi sarà irrimediabilmente un altro giorno. E Rino ha già un volo prenotato: il Napoli da ieri sera di fatto è diventato suo.
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