Napoli un po’ più alto ma sempre nel rispetto dell’equilibrio difensivo: Gattuso ci ha lavorato tutta la settimana e lo rifarà da domani alla ripresa degli allenamenti a Castel Volturno in vista della trasferta di Verona e più in generale per il finale di stagione. Un atteggiamento tattico che il tecnico calabrese intende proporre in questi ultimi tre mesi per aumentare la pericolosità offensiva del Napoli mantenendo però nello stesso tempo la compattezza dei reparti e l’affidabilità difensiva sensibilmente aumentata nell’ultimo mese.
Con il Torino già si è avuto l’esempio pratico del Napoli che vuole vedere Gattuso in campo, il baricentro si è alzato notevolmente rispetto alla partita precedente con il Barcellona quando fu tenuto basso per limitare la pericolosità offensiva di Messi e dei catalani. Contro i granata la percentuale del possesso palla è stata favorevole agli azzurri e soprattutto il palleggio è stato svolto per buona parte nella metà campo avversaria. Un Napoli che comincia ad avvicinarsi, quindi, all’idea di calcio che ha in mente Ringhio e prevede una riconquista del pallone più rapida con un pressing, quando possibile, un po’ più alto e questo per permettere alla squadra di sfruttare al meglio le ripartenze. L’aspetto sul quale l’allenatore sta lavorando con grande attenzione, dopo le difficoltà emerse nelle prime partite contro le medio-piccole, con gli azzurri che sono riusciti a dare il meglio contro la Juve in campionato, l’Inter in coppa Italia e il Barcellona in Champions e cioè nei tre impegni contro gli avversari più accreditati.
Il Napoli sta sempre più entrando in questa nuova dimensione con il sacrificio di tutti, a cominciare dagli attaccanti: il lavoro della punta centrale Mertens (o Milik) per disturbare l’impostazione dei centrali difensivi avversari e soprattutto dei due esterni Insigne e Callejon che ripiegano su tutta la fascia fino a diventare dei veri e propri terzini. In tal senso si sta rivelando preziosissimo soprattutto il lavoro dello spagnolo e del capitano azzurro che arretrando velocemente riescono a tenere sempre le linee compatte tra i reparti. E fondamentale è il compito dei centrocampisti con i playmaker (Demme o Lobotka) che si tiene sempre più basso davanti alla linea a quattro arretrata e le due mezzale che svolgono con la stessa intensità sia la fase offensiva con qualità di palleggio che quella difensiva nei ripiegamenti sugli avversari. In questo modo i difensori azzurri sono meno esposti negli uno contro uno e con gli spazi più stretti riescono a recuperare con più incisività sugli attaccanti avversari.
Il palleggio sta funzionando: Gattuso chiede che venga fatto sempre dal basso, cominciando dal portiere (compito che Ospina svolge molto bene) e che il pallone non venga mai rinviato frettolosamente lontano dai difensori anche con la pressione degli avversari: così, infatti, si riesce a creare la superiorità numerica in costruzione e si guadagna la profondità per le verticalizzazioni sugli attaccanti. Un tipo di lavoro che Ringhio sta facendo svolgere con continuità agli azzurri sia in allenamento che in partita e ora si vedono i frutti perché il Napoli ha automatizzato questo meccanismo anche contro squadre di primissimo livello. L’allenatore proseguirà su questa strada in questi ultimi tre mesi: gli azzurri andranno avanti con questo tipo di mentalità su tutti i fronti, nella corsa europea in campionato, nel ritorno degli ottavi di Champions con il Barcellona e in quello della semifinale di ritorno di coppa Italia con l’Inter.