Gattuso e i palleggi con Francesco: così Ringhio supera la quarantena


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Isolarsi, ma senza diventare un’isola. Rino l, nella sua villetta di Posillipo che attende che tutto passi esattamente come attendono 60 milioni di italiani e il mondo intero. Lui ha i genitori in Calabria e il resto della famiglia a Gallarate, nel cuore del focolaio. Il cuore è in tumulto e il suo cuore non è diverso da quello di nessuno di noi. Se accendi i social non sai nulla di quello che fa perché Ringhio non è un tipo social. I figli sì, invece: d’altronde Gabriella farà tra pochi mesi 17 anni e Francesco ne ha compiuti da poco 13. Si rifugia in loro, Gattuso, come mai prima d’ora. Nei loro compiti, in quello che guardano in tv. E nel pallone. È un posto con un piccolo parco riservato, dove abita il tecnico del Napoli e non ci sono altre persone nei paraggi: scende nel piccolo giardino praticamente tutti i giorni e lì fa quello che più lo diverte, giocare a calcio con il figlio Francesco. Ore e ore di tiri in porta, passaggi, rimproveri e consigli. Con l’obiettivo di non pensare a nulla.

Non ha avuto dubbi quando ha firmato per il Napoli a dicembre: sapeva che non sarebbe stato facile per i suoi ragazzi cambiare scuola a metà anno scolastico e lasciare gli amici di classe ma ha chiesto di seguirli con lui, in questa avventura. «Perché io senza di loro non ci so stare, non ci posso stare», ripete sempre. Monica, la moglie che ha conosciuto quando è andato a Glasgow, ha un ruolo chiave nelle decisioni del tecnico. Hobby non ne ha, Gattuso. La sua vita è il calcio. Vede partite e calciatori, ma se molti di noi si sono gustati le repliche del Mondiale del 2006 in questi giorni, con il giovanissimo Ringhio a dominare tedeschi e francesi, lui non lo ha fatto. Magari, questa è roba di quando andrà in pensione, non certo di ora. Il calcio non si ferma: ci sono da vedere notte e giorno partite italiane ed estere, ci sono da visionare i video dei calciatori che gli vengono consigliati per il futuro.
 
Non amava i tecnici che stanno addosso e quindi lui non lo è. Di questi tempi ha dato delle indicazioni su quello che è giusto fare e non è giusto fare, ma poi sa bene che se uno non vuol farli conosce i trucchi per ingannare. È un sergente di ferro ma ora sa che è un momento in cui, magari, non a tutti piace essere martellati: le famiglie dei calciatori sono quasi tutte altrove, e molti sono alla ricerca di aggiornamenti dell’evoluzione della pandemia nel proprio Paese d’origine. I professionisti, ripete, sanno bene quello che c’è da fare. Ognuno conosce se stesso, a questi livelli. E sedute tattiche online, al momento, non sono contemplate. Si attende di capire quando e se il campionato riprenderà. Rino, per come è fatto, è pronto pure a giocare a Ferragosto, anche per dare una gioia ai tanti tifosi che hanno voglia di normalità. Immagina che il 3 maggio il pallone resterà ancora chiuso in uno sgabuzzino, prevede che se tutto andrà come spera, di calcio giocato si inizierà a parlare a fine maggio. E allora non c’è fretta per gli allenamenti, in attesa di sconfiggere il nemico invisibile. Sono il vice Riccio, i preparatori e lo staff medico guidato da Canonico a istruire i giocatori per i circuit training, per il tapis roulant, per come usare la fitball per gli esercizi. Rino è tranquillo: con Riccio e gli altri parla anche tre volte al giorno. Come con Giuntoli e Pompilio. Quando gli viene in mente qualcosa, parte un messaggio vocale personalizzato. Ma senza mettere pressione. Per il resto, conosce le schede personalizzate di ognuno: sedute di forza, corsa e mantenimento dell’equilibrio muscolare. Ciascuno ha la sua scheda e deve seguirla, ma senza cani da guardia telematici. Il triennale che De Laurentiis era pronto a offrire a Mendes a Barcellona prima che le cose precipitassero, lo attende nella sede della Filmauro. Il Napoli ripartirà da lui. De Laurentiis ha deciso. E anche Gattuso ha deciso di volersi tenere ancora il Napoli. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/coronavirus_a_napoli_gattuso_in_quarantena-5129258.html

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