Di fronte a una vittoria roboante come quella di ieri contro il Genoa due sono gli atteggiamenti sani di mente che si possono tenere: ci sono quelli che puntano tutto sulla pochezza dell’avversario minimizzando cos, pur di fronte ai sei gol, la vittoria degli azzurri e quelli che attribuiscono il merito ora al modulo, ora alla preparazione, ora al codino a tuppo di Ruiz. Poi c’ l’atteggiamento della gente insana di mente (tra cui chi scrive) che pensa all’aggettivo roboante. Verr dal latino reboans che significa rumoroso o dalla parola vis, roboris che significa forza? Dopo la vittoria di ieri chiaro che la risposta giusta la seconda. Perch il Napoli che ha vinto ieri forte. E lo sapeva. Aveva proprio la sfacciataggine di quei bei uagliuni che pur sapendo di fare scandalo ncopp a spiaggia scendono sopra al lido con il costume a mutandina.
Forse era questo che mancava al Napoli di Gattuso: la sfacciataggine della bellezza. La capa fresca di Lozano che libero da eredità e condizionamenti vari finalmente ha fatto una doppietta. La maturità spensierata di Mertens che segna e da pater familias calma tutti mentre sta per scoppiare una rissa epica in grado di decimare pericolosamente la rosa in vista del match di domenica con la Juve. La felicità senza freni di Elmas tornato al gol dopo innumerevoli serate in bianco. La gioia un poco tronfia di Politano. E la tenerissima pacienza di Osimhen che fa segnare tutti e resta a bocca asciutta sorridendo comunque e a prescindere perché nella sua giovane saggezza sa che tutto arriva per chi sa aspettare. Lo sa bene Zielinski che non segnava da quando ci si poteva ancora baciare per strada.