Hamsik torna casa: blitz a Napoli,sarà al San Paolo contro l’Atalanta


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La casa a Pinetamare, tre camere e cucina, è sempre lì, col suo bel giardinetto davanti e l’entrata direttamente sulla strada, alla faccia della privacy a cui le stelle del calcio tengono sempre in maniera particolare. Ma Marek Hamsik, nei quasi 12 anni in cui ha giocato con il Napoli, non ha mai avuto i vezzi della star viziata. Anzi, al contrario. E allora non stupisce che tra le poche cose che trapelano dal suo gruppo di amici che lo accoglierà domani a Capodichino, è che tra gli appuntamenti fissati c’è un saluto agli studenti e ai professori della vecchia scuola dove i bimbi di Marek (ci saranno anche loro) hanno studiato. Bentornato Marekiaro: è andato via senza nemmeno un saluto ai tifosi, affidando i sui pensieri solamente a una intervista al Mattino dalla Cina e ora torna per salutare la sua gente. «Sai, non credo che riuscirò a trattenere l’emozione», confessa nei quotidiani messaggi a Franco e Arturo Pezone, i suoi amici del cuore. Piangi pure, Marek, se dovessi averne voglia. Che male c’è? 520 partite con la maglia azzurra, 121 gol realizzati, una serie di no a ripetizione al Milan e alla Juventus, pur di diventare un simbolo di questa squadra. E un simbolo, Marek Hamsik lo è diventato. E domani il San Paolo lo attende per un saluto.

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Il Napoli solo domenica ha avuto conferma del suo ritorno a casa: Marek ha annunciato la sua presenza allo stadio per la gara di domani con l’Atalanta ma il club tiene riservato il programma della serata. Si sa quello che farà Marek, o meglio che intende fare: scendere nello spogliatoio e caricare i suoi vecchi compagni. Alla sua maniera. È andato via in punta di piedi, con un saluto rapido nel corso di Napoli-Sampdoria: non tutti capirono che quello era un addio e non un arrivederci. I tifosi non sapevano che la trattative con il Dalian decollata in fretta e furia il pomeriggio prima si era praticamente chiusa in meno di 24 ore. Dimenticate poi il caos dei giorni successivi quando la trattativa sembrava complicarsi: lui, con la testa ha detto addio al 74′ della gara con la Sampdoria. E mai e poi mai avrebbe fatto marcia indietro. La prima gara in azzurro il 15 agosto del 2007: una vita in simbiosi, senza mai una polemica, nonostante qualche incomprensione con i vari tecnici passati per di qui, da Rafa Benitez (che ora lo allena) a Maurizio Sarri. Visto che sa bene che quello di domani al San Paolo non sarà un momento semplice, ha voluto con sé tutta la famiglia: Martina, la moglie e i suoi tre figli. Voleranno con aereo privato dalla Slovacchia, dove è arrivato ieri per la pausa (l’ennesima) del campionato cinese. E resterà qui fino a domenica. Non è escluso, anzi è probabile, che anche Aurelio De Laurentiis tenga in serbo qualche sorpresa per lui. «Ho sofferto ad andare via senza salutare i tifosi del Napoli, ma è successo tutto in fretta», raccontò al Mattino. Torna perché deve rendere omaggio ai napoletani che lo hanno amato ma anche criticato tante volte. Ma nelle storie d’amore, alla fine, si tende a dimenticare i momenti difficile. Ed è quello che ha fatto Hamsik. Con lui anche il papà Richard. In questi pochi giorni farà una full immersione con Pinetamare e con quel piccolo mondo dove ha messo radici ad appena un paio di chilometri dal centro tecnico di Castel Volturno. Già perché se si è uomini-record, come è stato fin da bambino Marek Hamsik, lo si è fino in fondo. Domani centrerà un altro record: dirà addio ai suoi tifosi a distanza di quasi nove mesi dalla sua ultima partita. «Non sarà semplice, lo so già, spero davvero di saper controllare le mie emozioni», ripete ancora. Ma le emozioni saranno anche per i tifosi azzurri. Che non hanno dimenticato Marekiaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

From: Il Mattino.

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