I fischi a Insigne dividono i tifosi: «È un moccioso», «Basta insulti»


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Quando la butta dentro unisce, quando sbaglia un gol divide.
Lorenzo Insigne è così: in un modo o nell’altro
fa parlare di sé. Eccome se lo fa. Perché uno come
lui non può che essere croce e delizia del popolo
napoletano. Merito di quei piedi che si trasformano in pennelli con
i quali è capace di affrescare il San Paolo come in
occasione dell’assist per il gol del pareggio contro il Chievo
realizzato poi di testa da Milik. Quella è l’essenza del
gioco di Insigne: il genio della geometria trasposto nel calcio.
Troppo tardi per tornare indietro, però per i tifosi, che
fino a quel momento lo avevano bersagliato con dei fischi ritenuti
poi ingenerosi. D’altra parte Lorenzo Insigne è un tipo
di giocatore che divide per forza di cose. Perché il suo
è un calcio fatto di giocate geniali, ma anche di lunghi
passaggi a vuoto.

Con Sassuolo e Chievo ha avuto più di un’occasione per
buttarla dentro, ma la mira non è stata delle migliori. Il
day after l’accusa del San Paolo e il suo sfogo contro il
pubblico di Fuorigrotta, il popolo napoletano si è diviso
ancora. Favorevoli o contrari alle critiche. In gran parte si sono
schierati dalla parte di Lorenzo, a partire dall’attore
napoletano Peppe Iodice che si è fatto portavoce della
fronda pro Insigne. «Ovviamente sto con Lorenzo perché
capisco il momento di nervosismo e in una fase delicata. Credo,
però, che quello del San Paolo sia stato anche un gesto da
innamorati che in quel momento temevano nel pericolo che potesse
finire il sogno». Peppe Iodice è dalla parte di
Lorenzo anche in relazione alla reazione del giocatore.
«Forse avrebbe potuto anche essere meno polemico, certo, ma
io lo capisco perché anche se io sono un istintivo e credo
proprio che avrei fatto lo stesso». Insomma, nessun dubbio
sulla prestazione dell’attaccante. «Non ci dimentichiamo
che poi è stato lui a mettere il pallone in testa a Milik in
occasione del gol del pareggio e penso proprio che quelli che lo
hanno fischiato in quel momento si saranno certamente
pentiti».

From: Il Mattino.

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