«In serie A c’è una noia assurda, se non ci fosse il Napoli di Sarri si farebbe fatica a divertirsi».
Questa cosa l’ha ripetuta spesso in questa stagione.
«Perché lo penso sul serio: il Napoli è una garanzia, è una squadra che pensa a far gol, ad attaccare. Ti metti davanti alla tv e sai che lo spettacolo non mancherà. Al contrario di altre formazioni che sono quasi sempre un pianto…».
Stasera chi vince a San Siro?
«Per principio, non posso che dire Inter: ma quel Lorenzo lì può regalare un po’ di dispiaceri ai nerazzurri. Quando Insigne fa certe giocate mi ricorda un certo Sandro Mazzola».
Un paragone da brividi?
«È un campione vero, ha personalità, estro. Non ha paura di nulla né in campo né fuori. Proprio come me. Gli auguro di essere amato come lo è stato Juliano dai napoletani».
Magari anche lui un giorno farà irruzione in uno spogliatoio dell’arbitro per protestare?
«Lo so a cosa si riferisce. Lo ammetto: con Gonella alzai la voce quella volta. Era una cosa sbagliata ma la feci. Perdevamo 1-0 a San Siro e il Napoli con Zoff, Juliano, Altafini stava giocando bene e in più aveva anche un uomo in più per l’espulsione di Burgnich. E a Gonella glielo urlai: Se va avanti così, qui finisce male per noi. Ma finisce male anche per lei. Poi nella ripresa ci fu la nostra rimonta, con un rigore di Boninsegna che fece arrabbiare tutti i napoletani».
Lo prenderebbe Sarri?
«Di corsa. Lo sa che mi ricorda Helenio Herrera?».
Sarri sarà fierissimo di questa accostamento.
«E ci credo… Il mago era straordinario: schietto con i giocatori, schiena dritta, idee illuminanti. E poi con lui ognuno di noi sapeva sempre cosa fare in campo e cosa gli altri facevano in campo».
Ma i cinesi dell’Inter sanno chi è Sandro Mazzola?
«Una volta, forse due, mi hanno chiamato. Non so manco chi per la precisione. Ma non mi importa».