Il Napoli non dispera di aver perso Mertens. Il mercato di De Laurentiis, la prossima estate o quando sar, ruoter tutto sulla decisione del belga: un conto dover sostituire il bomber pi prolifico della storia azzurra (con Hamsik) e un conto continuare con lui. In ogni caso, al club basterebbe un piccolo rilancio per assicurarsi il s di Dries. Ma non detto che arriver. Quello di De Laurentiis stato un aut-aut: prendere o lasciare. 4,5 milioni di euro per due anni, pi un piccolo bonus alla firma. A De Laurentiis non piace questo clima pro-rinnovo: uno che ama decidere da solo, senza subire pressioni. Ovvio, altrove c’ chi offre di pi. E il belga, per questo, tentenna: da una parte c’ Gattuso, un tecnico che in sei mesi ha imparato a stimare e con cui sicuro di poter tornare ai fasti vissuti con Sarri. Dall’altra parte quella offerta, non proprio irrinunciabile, fatta calare dal Napoli per trattenerlo in azzurro. Ecco, in questo limbo si muove l’Inter con decisione. Ma l’Inter la seconda scelta di Mertens, se dovesse saltare l’intesa con il Napoli. Insomma, bisogna ancora attendere per capire il destino di Mertens.
Gattuso oggi chiude la prima fase di allenamenti. Spera che lunedì possa iniziare qualche partita 4 contro 4 ma sa pure che, alla luce del protocollo attuale, non potrà farlo. In queste ore è stato eseguito anche il secondo tampone: nessuno in serie A è stato sottoposto a più controlli. Queste ore sono decisive per capire se ci saranno cambiamenti. Se non succede nulla, considerando che la squadra non andrà in ritiro, Rino ha già pronto il suo piano di lavoro: un’altra settimana di lavoro individuale, sia pure più intenso. Certo, aumentando il ritmo, aumenta anche il rischio di infortunio muscolare ma su questo punto Gattuso ha dei timori da tempo. L’accidenti capitato a Manolas, in ogni caso, è frutto di una sfortunata caduta dopo una rovesciata. Quindi tra due giorni, salvo (l’improbabile) dietrofront del Cts della Protezione civile, resterà tutto invariato. Ma intanto il Napoli è infastidito per le voci che vogliono altre squadre violare il protocollo che vieta allenamenti collettivi. E nel club azzurro si pensa a coinvolgere la Procura federale: la proposta è quella di inviare nei centri tecnici gli ispettori della Figc, quelli che a ogni gara sono a bordo campo a registrare cori o altro, per verificare che tutti rispettino i punti fissati dal protocollo.
La squadra, ovviamente, ha accolto con soddisfazione il mancato ritiro: anche ieri la struttura che dovrebbe ospitare la squadra è rimasta chiusa e nessuna operazione di sanificazione è prevista in tempi brevi. Eppure il Napoli, preso atto dell’impossibilità dell’ex Holiday Inn di riaprire i battenti (i dipendenti sono tutti in cassa integrazione e il club avrebbe dovuto reperire il personale), ha anche ipotizzato di spostarsi altrove per svolgere le due settimane in una bolla previste dal draconiano protocollo Cts. Ma nessuna struttura sondata è aperta di questi tempi. D’altronde, non solo il Napoli ha dei problemi: la stessa Milanello, non sarebbe in grado di ospitare il ritiro in camera singola della rosa rossonera e dell’intero staff tecnico. Il punto è: perché il Napoli, come altri club, sono adesso si sono resi conto e contestano un passaggio chiave di questa fase-2 del pallone, ovvero la clausura per due settimane?
La meta è quella, a meno che la trattativa in corso tra Figc, Lega, governo e Cts non naufraghi pietosamente. Gattuso non tralascia i dettagli, sia che riprendano gli allenamenti di gruppo che proseguano quelli individuali. A meno di un mese da quello che (si spera) sia il giorno della ripartenza, crede di avere spazio per poter portare i suoi ragazzi in condizione. Senza dimenticare lo stop per circa 60 giorni da cui provengono tutti.