Il Napoli mette le ali: Lozano e Kvaratskhelia sugli scudi


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Inviato a Castel di Sangro 

Nella costellazione Napoli c’è il sole attorno al quale tutto ruota. Ovviamente si tratta di Osimhen. È lui la stella fissa che catalizza il gioco. Ai suoi lati, poi, si sviluppa un mondo, che non è poi così troppo parallelo, anzi. Ecco perché il Napoli mette le ali. Luciano Spalletti si gode una squadra tutta nuova, ma con un’anima che non cambia. Certo, nella scorsa stagione il mantra era stato il 4-2-3-1 mentre adesso il 4-3-3 sembra essere il punto fermo, ma sta di fatto che gli esterni restano l’anello di congiunzione tra il presente e il passato.

Guardando il gol del momentaneo vantaggio nell’amichevole contro l’Adana di Lozano, più di qualcuno ha pensato di essere salito sulla macchina del tempo e aver assistito a una delle classiche azioni del Napoli di Sarri. Cross al centro di Kvaratskhelia, taglio perfetto di Lozano, gol. Fotocopia – o quasi – della giocata che hanno reso celebre Insigne e Callejon. Ecco perché quell’azione e quel gol rappresentano l’evoluzione del Napoli che va avanti senza però dimenticare le caratteristiche di una squadra che è passata alla storia. Spalletti sta lavorando continuamente con i suoi esterni, gli chiede un doppio lavoro: quello in fase offensiva e quello in fase difensiva. L’osservato speciale è ovviamente Kvaratskhelia che è appena arrivato dalla Dinamo Batumi e dovrà assorbire in fretta le idee tattiche del nuovo allenatore. È un giocatore giovane, ha 21 anni e il futuro è tutto dalla sua parte. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti, punta l’uomo, lo salta e cerca insistentemente la porta. Proprio quello che vuole Spalletti da lui. D’altra parte il georgiano ha preso il posto di Insigne nello scacchiere azzurro e per tanto dovrà riuscire a non far rimpiangere il napoletano volato a Toronto.

Sulla destra, invece, non ci sono punti fermi. O almeno così sembra. Da quando Politano ha chiarito la sua posizione con l’allenatore, se la gioca alla pari con Lozano per una maglia da titolare. I due hanno caratteristiche diverse. Perché Matteo preferisce rientrare sul piede forte e cercare la porta, mentre il messicano ha la gamba per strappare in velocità e attaccare maggiormente la profondità. Due alternative preziose per Spalletti che nella sua idea di gioco vuole un Napoli camaleontico, capace di adattarsi non solo all’avversario, ma soprattutto alle varie situazioni che si possono avere in partita. Probabilmente nelle gerarchie dell’allenatore Lozano parte leggermente avanti rispetto a Politano, ma l’impressione è che per tutta la stagione potremo assistere a un ballottaggio continuo. D’altra parte sono giocatori che vivono di momenti, e avere a disposizione alternative tanto valide non può che essere un vantaggio in più. 

 

Dall’altra parte, invece, Kvaratskhelia è il padrone incontrastato della fascia. Una vera alternativa al georgiano non c’è anche perché Elmas ha fatto vedere chiaramente di non trovarsi troppo a proprio agio nel ruolo di esterno sinistro. Gli manca il guizzo, gli manca lo spunto e soprattutto riesce ad essere meno incisivo rispetto a Kvaratskhelia. E poi, cosa non del tutto ininfluente, il feeling tra il georgiano e Osimhen continua a crescere sempre di più, giorno dopo giorno. Si cercano, si capiscono e soprattutto si trovano. Uno accorcia il campo, l’altro si butta dentro. Un tocco e via: proprio quello che Spalletti aveva nella testa quando ha immaginato la coppia offensiva del suo Napoli. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_modulo_spalletti-6843351.html

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