Il tridente delle meraviglie ha generosamente lasciato che
l’avvicinamento del Napoli alla Juventus fosse deciso da un
difensore poco abituato al gol (questo il terzo in cinque anni
azzurri): colpo di testa di Albiol su calcio d’angolo, Perin
trafitto e San Paolo in festa perché la capolista è
tornata a minima distanza, solo due punti di distacco quando
mancano quattro partite allo scontro diretto del 22 aprile
all’Allianz Stadium di Torino. Non è stata una serata
esaltante, molto di meglio hanno fatto vedere gli azzurri in questa
stagione. È in certe circostanze che diventano pesanti gli
spunti su tiri da fermo.
Prima del gol di Albiol, il Napoli aveva colpito due pali (Insigne
nel primo tempo, il sesto in campionato; Mertens nella ripresa) e
fallito una clamorosa palla gol con Allan. La macchina azzurra si
è accesa dopo venti minuti, dopo aver lasciato campo e
occasioni al Genoa, soprattutto dal lato che governano Koulibaly e
Mario Rui. È uscito Hamsik per un infortunio muscolare ed
è aumentata la pressione sui rossoblù, con Mertens
che richiamava più avversari su di lui e apriva varchi per i
compagni. Il Genoa, che ha sorpreso gli azzurri non presentandosi a
Fuorigrotta con un atteggiamento remissivo, non è rimasto a
guardare e ha provato a colpire in contropiede finché non
è arrivata la rete del Napoli. Proprio quando Sarri stava
per effettuare il secondo cambio, schierando Milik al posto di
Jorginho per creare una linea di quattro attaccanti, c’è
stata la svolta, con quel colpo di Albiol, che ha lavorato bene
nelle due aree.
From: Il Mattino.