Insigne diventa Mister 100 milioni: così Sarri ha creato i capitali azzurri


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Da mille euro a 102 milioni. È il balzo che ha compiuto
Insigne in poco meno di dodici anni. Dalla piccola cifra che spese
il dirigente del vivaio del Napoli, Giuseppe Santoro, per
acquistare il suo cartellino nel 2006 alla maxi-valutazione
attribuita al campione dal Cies, l’istituto internazionale
delle statistiche del calcio. Lorenzo piazzato al ventiquattresimo
posto nella graduatoria pubblicata ieri, primo dei giocatori
italiani il talento diventato così bravo da avere lo
stipendio più alto nel suo club (5 milioni). Non
c’è una clausola rescissoria per l’ex ragazzino di
Frattamaggiore perché De Laurentiis lo considera incedibile,
e a lungo. Chissà se diventerà il Totti azzurro, come
nei suoi auspici. Di certo, sta arrivando sui livelli dell’ex
capitano della Roma grazie alla sua classe e ai suoi sacrifici, ma
anche all’applicazione di Sarri, il maestro che ha usato con
lui le carezze ma anche i toni aspri, come accadde ad esempio sul
campo della Juve, fine ottobre 2016, quando Insigne mormorò
qualcosa dopo la sostituzione. Scena mai più vista anche
perché, infortunatosi Milik, è terminato il
ballottaggio tra Lorenzo e Mertens che creava sotterranee
tensioni.

L’allenatore porta avanti uno straordinario lavoro da quando De
Laurentiis gli consegnò il Napoli dopo non essere riuscito
ad accordarsi con Unai Emery, il tecnico del Siviglia vincitore
dell’Europa League, e aver scartato Mihajlovic. Ha polverizzato
record e la sua squadra è al comando della classifica dopo
venti giornate, dunque in grado di cancellare il lungo periodo di
buio – 28 anni – seguito al secondo scudetto. C’è
l’elemento del gioco, quello che conquistò il presidente
quando Maurizio dirigeva l’Empoli. Ma c’è anche
l’aspetto della crescita dei giocatori. È vero che
Benitez aveva lasciato il Napoli dopo aver vinto due trofei in
sette mesi, la Coppa Italia e la Supercoppa, ma c’era un gruppo
da rimotivare psicologicamente e da ricostruire tecnicamente. E
questo, aspettando la fine del campionato, è stato il
più importante successo.

È lungo l’elenco degli azzurri che hanno visto crescere
le loro quotazioni in questi mesi. Koulibaly, tra i migliori
difensori al mondo (ed è quello che ha segnato più
gol nelle prime 20 giornate di serie A: 4), ha una valutazione sui
70 milioni perché è clamorosamente cresciuto sotto la
guida di Sarri. «Nei primi tempi è stato difficile
seguirlo perché dovevo imparare a seguire la palla e non
l’avversario, ma poi…». Kalidou non ha una clausola
rescissoria, al contrario di Ghoulam, che ha rinnovato il contratto
dopo l’infortunio al ginocchio: può svincolarsi per 35
milioni. Per una cifra leggermente inferiore – 28 – si libera
Mertens, il vero capolavoro di Sarri, riuscito a trasformare un
esterno in ballottaggio con Insigne in una prima punta intoccabile.
E poi Jorginho, regista arrivato in Nazionale, e Allan, che da
mediano di quantità si è trasformato in elemento
prezioso nelle due fasi e nella ricerca del gol. Quanto a Hysaj e
Zielinski, il tecnico prosegue nel lavoro cominciato ad Empoli
quando entrambi erano ragazzini.

From: Il Mattino.

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