Insigne guida un’Italia a pezzi: torna in Nazionale dopo due mesi


CONDIVIDI/SHARE

image

Meno male che c’è Insigne. Altrimenti di questo Napoli terzo in classifica ci sarebbe davvero poco nonostante sia un Italia praticamente fatta con i resti. Il ct in smart working gli ridà una maglia da titolare dopo quasi due mesi, tra accidenti di vario genere che hanno colpito il fantasista azzurro lo scorso mese. Roberto Mancini lo schiera in un tridente con Belotti e Bernardeschi. Di Lorenzo e Meret andranno in panchina e pure Zielinski e Milik non dovrebbero partire dall’inizio in questa gara di Nations League che tutti i club sognavano che la Uefa mettesse in naftalina e che invece va ancora in scena sia pure tra mille ansie.

Dodici mesi fa, in Bosnia, l’ultimo gol di Insigne con l’Italia. Bonucci non ci sarà («Torno a Torino, ho chiesto troppo al fisico») ma la fascia di capitano che Lorenzo ha indossato una sola volta contro l’Olanda, non toccherà a lui. Probabilmente andrà a Florenzi. Per l’attaccante napoletano è un ritiro strano, a Coverciano, tra mille precauzioni. E i soliti tamponi. Viene guidato a distanza da Mancini, che ha piazzato in campo delle casse per far sentire la sua voce e dirigere gli allenamenti anche senza l’ausilio del suo vice, Evani. Stasera, con la Polonia per arrivare primi nel girone serve una vittoria. Praticamente, o noi o loro. Per il prestigio, per il bonifico dell’Uefa, per il ranking delle nazioni, per l’orgoglio, perché c’è una grande voglia di tornare ad alzare un trofeo che manca dal 2006. Insigne in attacco giocherà con Belotti. E assieme affronteranno la stella della Polonia, Lewandowski che il capitano del Napoli affronta per la quinta volta (compresi i due precedenti in Champions quando Lewandowski giocava nel Borussia Dortmund). Ed è la nona volta che Lorenzo gioca insieme dal primo minuto con la Nazionale (1 rete Insigne e 1 Belotti). In attacco, le scelte sono dettate dal Covid e dagli infortuni: Immobile, il suo inseparabile compagno fin dai tempi del Pescara è rimasto a Roma. «Ormai ho perso anche il conto degli assenti, ma questa è più di una squadra, è quasi una famiglia. Che non si piange addosso e cercherà di essere comunque superiore a una squadra forte come la Polonia, che in questo momento ha quello che è probabilmente il miglior centravanti europeo», dice il ct ad interim, Evani. Insigne è comunque uno dei punti fermi, l’uomo su cui puntare, il numero 10 di questa Italia che si aggrappa ai suoi lampi. Anche se pure lui reduce da un periodo sfortunato in termini fisici (meno male che con il Rijeka è stato solo un grande spavento). In tempi di Coronavirus c’è grande attenzione da parte di Insigne e company alle cose che si fanno. Ci sarà Locatelli in campo dal primo minuto. E il centrocampista del Sassuolo, 22 anni, ieri lancia un messaggio a favore della Dad, la didattica a distanza. «I ragazzi devono investire sullo studio e sulla loro testa. È normale che trovino delle difficoltà, ma tutti le stiamo trovando e tutti devono fare sacrifici. La cosa giusta è fare didattica a distanza. Credo che bisogna trovare la forza di riuscire a farla senza lamentarsi troppo».

Immobile salterà anche la trasferta a Sarajevo. Visto che c’è una inchiesta federale sui tamponi della Lazio, probabile che la Figc decida di tenersi in disparte e quindi di lasciarlo a casa. Il ritiro lo lascia anche Gagliardini, che era positivo qualche settimana fa e ieri è risultato sospetto positivo dopo l’ultimo tampone. Insomma, diventa un vero calvario mettere insieme una Nazionale vera. Ma la final four di Nations League è ora un obiettivo. Perché vero che tutti avrebbero fatta volentieri a meno di giocare, ma visto che si va in campo, si va per vincere. E nel caso di Insigne, anche per fare gol. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/italia_polonia_insigne-5586633.html

CONDIVIDI/SHARE