Insigne ritrova il sorriso in Nazionale:è l’Italia la medicina per Lorenzinho


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Gli amici si riconoscono nel momento del bisogno e Roberto Mancini è un ottimo amico per Lorenzo Insigne. Nel momento di grande difficoltà (personale e di squadra) il capitano del Napoli ha sempre trovato nel ct della Nazionale un proto sicuro nel quale trovare serenità. Il Mancio è uno che sa capire gli stati d’animo dei suoi ragazzi, gli sa stare vicino e dargli quella fiducia di cui Lorenzo ha bisogno proprio in questo momento difficile. «Quando viene in Nazionale fa sempre le cose bene», ha spiegato infatti lo stesso ct.

Poco più di un anno fa, quando Insigne iniziava ad essere più triste per il fatto che nel Napoli era stato dirottato dalla fascia al centro dell’attacco, Mancini non si fece problemi e lo mise anche da falso nove nel suo tridente. Un modo tutt’altro che banale per fagli capire che nel suo progetto tecnico lui c’era. Sempre. A prescindere dalla posizione. D’altra parte l’attacco della Nazionale dipende molto dalle giocate di Insigne, l’uomo che secondo Mancini ha le maggiori qualità per poter accendere il tridente e farlo brillare.

Il tridente, sì. Perché in tal senso il Mancio è stato chiaro, fin quando ci sarà Lorenzo, la sua Nazionale giocherà con i tre davanti. Perché è quello il modulo che esalta le qualità del napoletano, unico nel suo genere: parte largo, si accentra e cerca la porta. Il ct vede in lui quei guizzi e quell’imprevedibilità fondamentali per spaccare le partite. Poi a fare gol ci possono pensare anche gli altri. Immobile e Belotti stanno vivendo entrambi un magic moment, ma nella testa di Mancini non posso coesistere (almeno non dal primo minuto), e allora ai lati dell’ariete centrale serve la rapidità di Insigne da una parte e di Chiesa (o Bernardeschi) dall’altra. Orsolini, infatti, è stato chiamato proprio per studiare da loro. L’esterno del Bologna è quello con le caratteristiche più simili a Lorenzo: gioca a destra con il piede invertito e va matto per il gol accentrandosi e tirando a giro. Insigne è un uomo importante nello scacchiere del ct che anche in queste settimane di difficoltà ha fatto sentire la sua vicinanza al giocatore. Non ha mai messo in discussione la sua chiamata per le prossime gare e gli ha fatto capire che i momenti duri arrivano per tutti e lui per primo ne ha vissuti tanti in carriera. Il ruolo di un ct è anche questo, stare vicino ai ragazzi non solo durante le lunghe giornate di ritiro a Coverciano, ma anche da lontano. Manco avesse un sesto senso, Mancini ha mandato il suo fedelissimo assistente Fausto Salsano a vedere dal vivo Napoli-Salisburgo, per far avere a Insigne (così come a Di Lorenzo e Meret, anche loro convocati dal ct) la presenza vicina da parte della Nazionale e del suo staff.

Le prossime due sfide dell’Italia (con Bosnia e Armenia) sono entrambe gare ufficiali, ma nessuna delle due sarà decisiva per il futuro degli azzurri già sicuri di un posto a Euro 2020. Mancini, allora, sfrutterà le due occasioni per valutare la condizione del gruppo (per questo ha chiamato tutto lo zoccolo duro) e sperimentare qualcosa di nuovo. Da Tonali, che si candida a play alternativo a Jorginho, a Castrovilli, mezzala rivelazione di questo inizio di campionato. Le maglie per l’Europeo non sono tutte assegnate, infatti, e c’è ancora spazio per qualche novità che può regalare il campionato. Insigne è praticamente certo della sua numero 10, quella che il ct gli ha consegnato a inizio mandato come attestato ufficiale della sua stima e della grande considerazione, e gli chiede uno sforzo anche in campionato per farsi trovare pronto alla chiamata di giugno. Lorenzo lo farà, perché l’amicizia è anche questo: dare e avere. Nel bene e nel male.

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_caos_insigne_nazionale-4859354.html
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