È nella mani giuste, Lorenzo Insigne. Ma sì, chi
meglio di Roberto Mancini può spiegargli il peso della
maglia della Nazionale? Magari in questi decenni avrà anche
trovato una risposta da poter indicare al Magnifico del Napoli. La
risposta al motivo per cui il suo genio con la squadra di club
sfiorisse una volta approdato con l’Italia. Ecco, due campioni
del nostro calcio che poi con la Nazionale diventano degli
incompresi, giocatori normali. Sempre a dover dare una spiegazione.
Lorenzo e Roberto, trent’anni dopo. Stesso destino, più
o meno. Mancini era talento puro, con la Sampdoria faceva faville.
Con l’Italia si comportava come se tutto ciò che gli
stava attorno, avesse un peso enorme. E così non è
mai riusciti a tener testa al suo talento: 34 presenze e 4 gol.
Passando per un Europeo (quello dell’88) e un Mondiale (quello
del 90). Quattro miseri gol. Gli stessi gol di Lorenzo.
Chissà chi ricorda quanta diffidenza quando il giovane
blucerchiato volava dal ct Vicini o dal ct Sacchi. Un
accerchiamento. Più o meno la stessa diffidenza che
accompagna oggi uno dei rari geni del nostro calcio quando lascia
il Napoli e indossa la 10 dell’Italia. Ecco, matrimoni che non
decollano. Quello di Roberto con la Nazionale decisamente fallito,
da calciatore. Quello di Lorenzo ancora rimediabile: d’altronde
il talento di Frattamaggiore ha 27 anni e ancora la grande
occasione di arrivare all’Europeo del 2020 e al Mondiale in
Qatar nel 2022 cercando di abbattere quell’accerchiamento di
diffidenza.
Nessuna ha il suo spessore internazionale. In quest’Italia
è l’unico che sa come si fa gol a Wembley, al Bernabeu,
al Parc des Princeps: non ha paura di nulla. Ha coraggio da vendere
e occorre solo trovargli la sua collocazione migliore in campo. Ma
sì. Insigne merita che il ct Mancini costruisca questa
Italia proprio attorno a lui e alle sue caratteristiche. E che
siano gli altri ad adattarsi: Chiesa, Immobile o chi per loro.
Buttiamoci nell’ovvietà: l’Italia non è il
Napoli. Qui c’è come un navigatore inserito, gli basta
premere l’acceleratore e andare. Chiude gli occhi e sa ogni
cosa degli altri. Per questo il ct deve creare un qualcosa di
simile a quello che ha creato Ancelotti. Insigne lo merita.
From: Il Mattino.