Insigne superstar a Toronto, migliaia in festa a Little Italy


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Toronto si è fermata. Quel cuoricino che prima era il simbolo dei suoi gol in maglia azzurra ora è dedicato ai tifosi canadesi. E in molti, sui giornali, gli hanno fatto subito i conti in tasca. Dicono che mai nessuno in Mls guadagnerà come lui: neppure Higuain o Beckham, per non parlare di Ibrahimovic o Kakà e poi tutti gli altri. Un record, Lorenzo Insigne già lo ha conquistato lì nel Canada: lo stipendio numero uno, circa 11 milioni di euro. «Sono stato affascinato dal progetto del presidente, sono qui per vincere», dice in italiano parlando su un palco di Little Italy perché la prima presentazione è stata un po’ all’acqua di rose, ovvero con la visita stile paisà circondato da connazionali emozionati e in cerca di autografi e abbracci. Toronto è una specie di colonia d’Italia d’Oltremare. Oltre seicentomila connazionali di prima, seconda e terza generazione vivono nella città canadese, costituiscono la comunità etnica più numerosa. Ora Toronto ai piedi di Lorenzo Insigne e per qualche ora anche i media mettono da parte i destini dei Raptors (basket, campioni Nba nel 2019) e dei Blue Jays (baseball) per gettarsi nel sempre più amato soccer. «Sono qui per portare in alto la squadra», racconta Lorenzo che è volato dall’Italia per questa avventura che non è solo calcistica. Ci sono già i figli e la moglie, con i due ragazzi che sono stati iscritti in una scuola di Toronto e inizieranno i corsi a metà luglio. Quando, si spera, ci sarà anche l’esordio di Insigne.

Stanotte Lorenzo era al Bmo Field di Toronto per la gara con Atlanta: qui non si retrocede, la squadra è in fondo a tutto nella classifica e deve raggiungere almeno l’ottavo posto, distante 9 punti. «Ora c’è lui, siamo tutti contenti. È uno dei più forti che ha mai giocato nel nostro campionato», spiega il tecnico Bradley che in serie A ha giocato tre anni tra Chievo e Roma. «Non parla ancora inglese, per fortuna io qualcosa ancora mi ricordo dell’italiano. Mi ha detto che ha ancora un problema al polpaccio, speriamo che in un paio di settimane si sistemi ogni cosa». Fino al 1 luglio è ancora un calciatore del Napoli che non ha avuto nulla in contrario a mandarlo lì in anticipo rispetto alla scadenza del contratto. E a consentire, domani, la presentazione ufficiale. C’è aria di festa, con i tifosi che cantano anche Un giorno all’improvviso in suo onore. «Sono felice di essere qui, grazie al presidente che mi ha dato questa opportunità. Per me è la prima volta lontano da Napoli. Mi ha convinto il grande progetto, per questo ho accettato di venire. Sapevo che sarebbe stato difficile cambiare città, ma il presidente mi ha convinto». Il primo vertice a ottobre scorso, al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo quando il Mattino svelò l’incontro che doveva restare segreto a cui presero parte anche l’intermediario D’Amico e il vice presidente Mls Di Cuollo e che poi l’entourage tentò di trasformare in un appuntamento per l’acquisto di un appartamento negli Stati Uniti. Non era vero e ci credettero in pochi. Non ci credette per primo De Laurentiis che già sapeva, da tempo, quando aveva interrotto ogni genere di trattativa, di non poter accontentare le richieste economiche del talento di Frattamaggiore. In Canada alcuni dei protagonisti di questo accordo milionario non ci sono. 

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Bradley non vede l’ora di portare Il Magnifico sul campo di allenamento. «Quando grandi giocatori si uniscono alle squadre, non vedi l’ora di capire come il livello di allenamento inizia a salire», ha detto il tecnico. «Lorenzo? È un ragazzo così simpatico. Dal modo in cui gioca, la sua personalità esce in campo. Il Napoli è un club così popolare ed è un eroe lì e quindi quando sei stato al Napoli e hai giocato a quel livello, significa tanto per tutti». Non avrà la fascia da capitano, gli hanno chiesto se voleva la numero 10 ma lui ha chiesto di tenere il suo numero la 24. «È un affetto straordinario, ripagherò sul campo questo entusiasmo». 

From: https://www.ilmattino.it/sport/calcio/insigne_toronto_little_italy-6776431.html

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