La Napoli di Zielinski: «Marek il migliore. Voglio restare qui»


CONDIVIDI/SHARE

image

Ha trovato la titolarità per la prima volta in stagione ieri a Verona e quel posto non ha intenzione di lasciarlo andare molto facilmente. Piotr Zielinski è uno dei talenti più puri del Napoli di Sarri, protagonista della vittoria del Bentegodi e arma in più sulla strada che passa da Nizza e porta dritta ai gironi di Champions. «Siamo ancora in preparazione, la strada per la giusta condizione è lunga, ma le gambe stanno rispondendo. Abbiamo lavorato duramente a Dimaro, non sono un fan della preparazione ma è quello che ci serve e con Sarri ci siamo divertiti tanto con la palla tra i piedi», le parole del centrocampista polacco al portale polacco Przeglad Sportowy.

«La scorsa stagione è stato diverso. C’erano gli Europei, tanti calciatori sono arrivati in ritardo, io ho cominciato ad allenarmi con l’Udinese prima di arrivare a Napoli. Stavolta abbiamo potuto concentrarci tutti sulla nostra forma» continua Zielinski, che un anno fa avrebbe anche potuto indossare la maglia del Liverpool anziché quella azzurra del Napoli. «Non so come sia venuta fuori quell’ipotesi. Sono felice di essere arrivato qui perché c’è una grande squadra, un ottimo allenatore e dei tifosi fantastici. È qui che voglio continuare la mia carriera e non ho alcun tipo di rimpianto».

Nella prima stagione agli ordini di Sarri, però, lo spazio è stato limitato. La presenza di Allan, quella ingombrante di capitan Hamsik e il normale periodo di apprendistato non gli hanno regalato una giusta continuità. «Non ho messo insieme numeri negativi. Potevo fare meglio, ma ho il potenziale per segnare ancora di più e fare più assist, ho solo bisogno di continuità. Voglio dare il massimo», continua Zielinski. «È stato un salto importante perché non avevo mai giocato così spesso: campionato, Coppa Italia, Champions League, nazionale». Ma la presenza di Hamsik non è per il polacco un ostacolo: «In Italia il migliore nel mio ruolo è Marek e non lo dico perché giochiamo insieme. Ha proprio tutto, è un modello per me, rivedo in lui quello che voglio essere io. È un leader e migliora tutti noi. È proprio questo il segreto della nostra squadra: andiamo tutti d’accordo, ci capiamo senza il bisogno di parlarci e così arriviamo a grandi risultati».

 

From: Il Mattino.

CONDIVIDI/SHARE