Napoli, Jorginho verso il forfait: Diawara a Bologna da protagonista


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Amadou Diawara ha la stessa faccia da ragazzino impaurito che aveva quando è arrivato a Castel Volturno un anno fa, guardandosi attorno e chiedendosi tra quali giganti del calcio fosse capitato. Di quei giorni, però, è rimasta solo quell’espressione che evidentemente deve essere la sua e non riflette lo stato d’animo. O almeno, non più: adesso resta comunque un bambino nel volto (ha appena compiuto 20 anni e nessuno lo dimentichi) ma è un uomo dentro. È il frutto di una maturazione e di un cambiamento, del paziente lavoro di Sarri e del sostegno del ds Giuntoli. Jorginho, invece, si pentirà del supporto che ha dato il suo giovane compagno di reparto, perché da quando Diawara è diventato «adulto» lui sembra diventato uno di cui si può fare a meno senza strapparsi le vesti da dosso.

Diawara è uno che i treni che gli passano vicini prova a non perderli mai: a Verona, sul campo dell’Hellas, è stato senza dubbio tra i migliori nell’unica apparizione da titolare di questo inizio di stagione. Ha smalto, ha spunti e tutto sembra tranne un tipo spaurito.

Dunque, Sarri attende il recupero di Jorginho senza eccessivi patemi perché sa che Diawara è uno su cui può contare. L’italo-brasiliano non è che stia benissimo. Prima la botta al ginocchio, poi quella alla caviglia: non si allena con il resto della squadra da tempo e non è il caso di correre rischi, visto che Bologna è solo la prima tappa di un ciclo di sette gare in venti giorni. 

Jorginho è meglio averlo pronto a Charkiv, nel mercoledì di Champions, secondo i piani dello staff tecnico e di quello medico. Il regista ex Verona è meglio che recuperi in pieno, senza accelerazioni, senza stress. Nelle gerarchie, il titolarissimo resta lui. Ma in certe partite il ballottaggio è reale. D’altronde, Diawara è uno a cui Sarri ha affidato la cabina di regia importante nelle notti più importanti della passata stagione: contro il Real, sia all’andata che al ritorno, in mezzo al campo c’era il guineano; e pure nelle due gare con la Juventus in Coppa Italia c’era l’ex bolognese. 

Sarri si fida di lui anche se Jorginho resta il primo nelle gerarchie: ma la crescita di Diawara ha da tempo spezzato via molti dubbi. Jorginho sta lavorando per recuperare, ma siamo sul filo e l’allenamento di ieri pomeriggio non ha dato indicazioni entusiasmanti. Per decidere si attenderanno in ogni caso i riscontri sul lavoro delle prossime ore, ma in ogni caso i due, pur essendo assai diversi, garantiscono l’intoccabilità del modulo. 

Diawara è già tornato a Bologna, la sua prima squadra italiana: era la notte del 7-1 del Napoli. Dunque, Sarri lo ha già gettato nell’arena: lì ha lasciato tutti di sasso, non presentandosi al raduno, mandando certificati medici in attesa che il Bologna lo cedesse al Napoli. Motivo per cui è arrivato a Napoli, l’estate scorsa, a corto di fiato: il ritiro fatto per intero con Sarri, lo ha assai rafforzato e il ragazzo di talento si è finalmente schiuso. Al Bologna, dove è sempre stato considerato un predestinato, lo hanno coccolato molto. Al Napoli, invece, si è scoperto adulto tutto d’un colpo, ha dovuto dimostrare cose che invece al Bologna già sapevano

Ecco, il suo Bologna-Napoli, nello stadio Dall’Ara sempre piena di tagliole. E magari potrebbe cercare qui il suo primo gol in carriera: ha collezionato 81 presenze tra Napoli, Bologna e San Marino (in Lega Pro). E neppure una rete: per diventare grandi davvero, è il caso di sbloccarsi. 

From: Il Mattino.

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