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Nizza. Sarri va dritto all’obiettivo: la Champions è da centrare a tutti i costi. Questo lo spirito che dovrà animare il Napoli all’Allianz Riviera stasera nel ritorno del playoff. Nessun condizionamento dalla gara vinta 2-0 al San Paolo: gli azzurri non dovranno pensare a gestire il risultato, perché non rientra nel loro Dna, ma concentrarsi sulla singola partita impostandola per vincere. Rispetto per il Nizza, che il tecnico toscano s’attende diverso rispetto all’andata e non solo perché Favre ritroverà Balotelli e Sneijder, ma nello stesso tempo piena consapevolezza della propria forza.
Le sensazioni su Mertens?
«Parlando con il dottore non penso ci siano dubbi. Ha preso un colpo a un dito di un piede e le scarpette gli davano ancora qualche problemino. Così ho preferito farlo allenare in palestra visto che mancavano 36 ore al match. Lui avrebbe voluto continuare, la scelta è stata mia, però non vedo grandissime problematiche».
Che pensa di Sneijder e Balotelli assenti all’andata?
«Sono due nomi che parlano da soli. Sneijder e Balotelli hanno una storia importante alle spalle e sono ancora abbastanza giovani per essere in piena efficienza fisica. Possono incidere sulla partita in maniera importante, noi dovremo essere bravi come all’andata a contenere al massimo le potenzialità offensive del Nizza che sono molto importanti».
Dopo il successo per 2-0 all’andata quali insidie potrà riservare il match di ritorno?
«Dobbiamo dimenticare il risultato della partita di andata e non correre il rischio di un’interpretazione del match non adatta alle nostre caratteristiche. In campo la squadra dovrà scendere con la mentalità della partita singola e cioè per vincere, quando vogliamo gestire il risultato andiamo in difficoltà. Ecco, il grande rischio è quello di farsi condizionare dal risultato del San Paolo: la mia richiesta alla squadra è quella di giocare avendo in testa solo il fatto di portare a casa il risultato».
Favre ha parlato di Napoli favorito sottolineando che ci credono e il loro vantaggio è di non avere nulla da perdere: che ne pensa?
«Loro ci credono giustamente perché il risultato della partita di andate lascia aperte tutte le soluzioni. È una squadra forte ed è giusto che ci credano anche se una parte di responsabilità è nostra perché abbiamo avuto tante possibilità al San Paolo ma siamo riuscite a sfruttarne solo due. Però anche noi sappiamo di essere una squadra forte, ci crediamo e veniamo qui per fare risultato a tutti i costi. Sarà dura per noi ma anche per loro».
Oltre a Balotelli e Sneijder anche Saint Maximin e Seri saranno temibili?
«Parlare dei singoli non mi piace molto. Il Nizza è una squadra forte con individualità importanti. Seri ha grandi qualità nell’impostazione e nella gestione della palla e non a caso lo stanno cercando squadre di altissimo livello. Saint Maximin è un talentuoso, forse tatticamente non ineccepibile ma come tutti i giocatori di talento può tirare fuori un colpo in qualsiasi momento».
Quale indicazione potrà avere dalla gara di andata?
«Sarà una partita completamente diversa, a cominciare dal modulo, sarà un Nizza più offensivo e più determinato e convinto dei propri mezzi. Al San Paolo siamo stati bravi noi a far sembrare gli avversari meno forti. Comunque, i numeri di Verona sono stati superiori rispetto alla media della prima partita dell’anno scorso come quantità e qualità della corsa, questo vuol dire che la squadra ha già una condizione accettabile».
Ha festeggiato le cento panchine con il Napoli: il bilancio è positivo?
«Non festeggio neanche i compleanni. Gli anni mi sembrano troppi, come le panchine. Non guardo molto queste statistiche anche se mi sembra siano buone: però spero sempre che il meglio debba venire».
Rispetto alla scorsa stagione ha maggiori certezze sull’organico: indicativo in tal senso è stato il turnover di Verona?
«La squadra quest’anno ha fatto un percorso leggermente diverso: sono state giocate molte più amichevoli e più giocatori stanno bene a livello di determinazione perché la squadra mentalmente è già focalizzata sul preliminare di Champions. L’anno scorso c’erano dei ragazzi giovani che ho ritenuto un attimo meno pronti rispetto agli altri e che poi nel finale di stagione sono stati molto utili. Ora sono più inseriti e la sensazione è che potevo fidarmi già dalla prima partita a differenza dell’anno scorso».
Una gara che vale 40 milioni di euro, il prestigio e la Champions, non può essere una partita normale: è d’accordo?
«A me interessano principalmente gli ultimi due aspetti. Di lavoro faccio l’allenatore e m’interessa molto più il prestigio e al lavoro sul campo, poi l’amministratore magari risponde diversamente. Chiaramente non è una partita normale, significherebbe nascondersi dietro un dito non ammetterlo: è una partita importantissima che ti può condizionare anche da un punto di vista mentale, oltre che materiale. Un’eliminazione sarebbe dura da digerire e avrebbe un contraccolpo dal punto di vista psicologico. Penso che questa considerazione la faccia tutta la squadra e che i riscontri siano positivi e cioè che si non faccia troppo avvertire la tensione e che invece il livello di concentrazione e determinazione sia al di fuori dal comune».
From: Il Mattino.