Meno male che ora c’è la Champions. Perché il Napoli che vola in campionato deve riprendere il cammino anche in Europa, dopo la botta che lo Shakthar le ha assestato sulla capoccia nella gara di esordio: quella sconfitta, al di là del modo in cui è maturata, rende obbligatorio la vittoria con il Feyenoord. E va fatto anche un discorso di gol, perché alla fine la differenza-reti può aver il suo peso per stabilire il passaggio agli ottavi di finale. La gara di Charkiv ma anche quella di Ferrara hanno riportato a galla alcune di quelle insicurezze di cui il Napoli si era frettolosamente convinto di essersi definitivamente sbarazzato: le prove di forza in serie A, non sono state sufficienti in Europa, nel match di esordio perché quando si sale su un gradino più alto, sbagliare l’impatto iniziale può essere fatale.
Sarri ha passato la giornata a visionare i dvd delle gare recenti del Feyenoord: il suo vice, Calzona, ha provveduto negli ultimi giorni a facilitare il lavoro con alcune sintesi di cinque minuti. Oggi il tecnico parlerà alla squadra provando a spiegare i punti di forza e di debolezza della formazione olandese. A seconda dei punti di vista, il Feyenoord è la temibile squadra da corsa e possesso che è arrivata nel campionato olandese avanti all’Ajax oppure la squadra che ha rimediato in casa 4 gol dal Manchester City senza mai mostrare segni di reazione. A seconda dei punti di vista, quella di domani sera al San Paolo, sarà la prova della tenuta atletica del Napoli dei titolarissimi, perché Sarri tornerà a quella che un po’ tutti considerano la formazione-tipo. Ovvero con Jorginho e Allan a centrocampo, e con Albiol al posto di Maksimovic che pure non ha sfigurato con la Spal. I guai di Milik fanno sì che a Mertens bisognerà chiedere di fare lo straordinario, a meno che Ounas – che pure si è allenato in queste ultime settimane nel ruolo di falso nove – non gli conceda qualche momento di riposo. Insomma, grossi dubbi di formazione non li avrà. Gli intoccabili, quelli che non ne hanno saltato neppure una partita da inizio stagione, andranno in campo da titolari anche domani sera: Reina, Ghoulam, Koulibaly, Hamsik, Callejon e Insigne sanno che tocca a loro. Per riposarci, c’è tempo. In cuor suo, Sarri antepone il campionato alla Champions, ma domani non vuole passi falsi perché sa che un altro rischierebbe di avere già il fiatone nella corsa agli ottavi di finale. Prevendita non proprio a gonfie vele: fino a ieri venduti meno di 20mila biglietti.
Sempre a seconda dei punti di vista, la seconda giornata del girone di Champions è un esame non semplice per Sarri che sa bene che a questi livelli non esistono avversari morbidi. In realtà, di punto di vista il tecnico del Napoli ne ha soltanto uno. Lui non vuole più gli errori di presunzione e le disattenzioni nella fase difensiva, fatali in Ucraina. Vuole una squadra che vada in campo fin dal primo secondo avendo la concentrazione e la determinazione che invece tira fuori solo nei secondi tempi. Perché in Champions non basta.
Sarri avrebbe un gran piacere a tirare il fiato: giocare ogni 70 ore, parole sue, non aiutano a preparare le partite come vorrebbe lui. E il tecnico di Figline è uno che sui dettagli ha costruito la sua carriera. La Champions serve a ripulire i pensieri. La situazione di Milik, le sue paure, l’incubo di perderlo a lungo, hanno tormentato la giornata di Sarri che sabato se l’è presa con il terreno di gioco dello stadio Mazza: difficile anche per lui, però, avere la certezza che la colpa dell’infortunio sia del campo di Ferrara.
Meglio pensare all’Europa, va’. Anche se tirare il fiato non sarebbe niente male e invece la squadra resterà in ritiro anche stasera. L’assetto della squadra sarà quello solito. In questo caso, è questione di filosofia: e quella non cambia mai.
From: Il Mattino.