Juan Jesus, finito ai margini del calcio e grande protagonista con il Napoli


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Dopo la vittoria a San Siro contro il Milan, lo aveva detto «Questa è casa mia. Ho giocato tanto nell’Inter e nella Roma». Quasi infastidito dalla sorpresa generale per la sua ennesima bella prestazione. In effetti Juan Jesus è uno dei misteri del calcio. A 30 anni non si sa come è finito ai margini del calcio dopo una carriera di tutto rispetto. Giovanissimo ha toccato anche l’apice della Nazionale brasiliana, qualche amichevole, e vincendo l’argento olimpico e soprattutto il mondiale under 20 nel 2010. Insomma non l’ultimo arrivato. Dopo la Libertadores con l’Internacional di Porto Alegre, il trasferimento in Italia. Quattro anni e mezzo all’Inter e cinque anni alla Roma (anche con Spalletti). Quasi 250 partite giocate con due squadre di alto livello. Ma quest’estate era libero, a parametro zero. Dopo essere finito fuori dal progetto di Fonseca. Il classico colpaccio last minute per chi crede in un giocatore dato per finito da altri. Spalletti non si è lasciato sfuggire l’occasione. Contratto di un anno più opzione per il secondo.  

E un sassolino verso la società giallorossa il difensore se l’è voluto togliere dopo il pareggio, in piena emergenza, a Torino con la Juventus. Classico post su Instagram dopo la partita, complimenti del vecchio compagno romanista Villar, messo sul mercato dal gm Pinto («Che felicità rivederti così fratellino») e risposta di Juan Jesus: «Grazie fratello! Ora si vede l’incapacità di certe persone». Chiare le allusioni nella sua esperienza non felice nella Capitale, nella quale pure raggiunse, insieme a Manolas, una semifinale di Champions League dopo aver eliminato il Barcellona. 

Insomma uno che di grande calcio ne mastica e che a Napoli è entrato in punta di piedi, conscio delle gerarchie che come ultimo arrivato lo mettevano al quarto posto, dietro a Sua Maestà Koulibaly ma anche all’ex compagno Manolas e a Rrahmani. Del resto lui era stato preso per fare il jolly, vista la capacità di poter giocare anche sulla fascia sinistra, all’occorrenza, ruolo che da un po’ di tempo porta problemi al Napoli. Pian piano ha trovato i suoi spazi e ha collezionato 17 presenze (11 in campionato, 5 in Europa League e una in Coppa Italia). E’ stato anche sfortunato, con l’autogol che ha provocato l’incredibile sconfitta interna con lo Spezia. E anche per i due gol annullati per fuorigioco, contro Empoli e Spezia. A compensare la rete invalidata a Kessie nel finale di Milan-Napoli, visto che Juan Jesus era insieme a Giroud finito in fuorigioco, attaccato a terra in un corpo a corpo. E nel dopo partita lo aveva già spiegato, senza ricorrere alla moviola, che era stato giusto annullare il gol di Kessie, visto che l’attaccante francese aveva partecipato all’azione. Perché Juan Jesus è uno che ci mette la faccia. Come in uno dei suoi ultimi post social in cui ha fatto appello a vaccinarsi. E di questi tempi, con queste polemiche, non è facile per uno sportivo esporsi. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_juan_jesus_dai_margini_del_calcio_a_grande_protagonista-6447215.html

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