Juve-Napoli, il club azzurro fa muro: «Basta sospetti, rispettato il protocollo»


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Il pallone sembra quasi un ospite sgradito. Perché qui ci sono solo liti, veleni, ripicche, inchieste, minacce e ricorsi. La partita che non è mani iniziata chissà quando finirà. E a vincerla non sarà né Gattuso né Pirlo. Con la Juventus che, capito che nel muro contro muro con Asl e ministero della Salute rischia di schiantarsi, prova a spostare il tiro sul mancato rispetto del protocollo Cts da parte del Napoli. Ma è stata una giornata ancora una volta assai intensa. Iniziata al mattino con i medici che hanno eseguito il giro di tamponi nelle abitazioni dei calciatori e dello staff tecnico del Napoli. I cui risultati sono attesi per questa tarda mattinata. Dopo il Napoli andrà in ritiro, al Golden Tulip Resort Marina di Castello. Inutile dire che c’è grande paura nel gruppo azzurro dopo le positività di Zielinski ed Elmas e alla luce del fatto che da Perin (positivo il giovedì) allo scoppio vero e proprio del focolaio nel Genoa sono trascorsi circa sei giorni. Intanto il giudice sportivo ha rinviato il suo verdetto di qualche ora, forse nel fine settimana, perché il Napoli ha presentato un pre-reclamo e in attesa di approfondimenti (la visione dei documenti inviati da Regione e Asl) per capire se c’è stato o meno «un motivo di forza maggiore». E ha inviato gli atti alla Procura federale guidata da Giuseppe Chiné. Ma il 3-0 a tavolino sembra allontanarsi.

Il giudice sportivo Mastrandrea ha già comunque ricevuto sabato dal Napoli la lettera della Asl che secondo il club azzurro impediva alla squadra di partire per Torino. La Procura federale ha voluto acquisire ieri pomeriggio anche quella della Asl Napoli 2 Nord che in maniera esplicita negava al Napoli la possibilità di prendere l’aereo per Torino. Non è finita qui: il fascicolo aperto in Figc ipotizza la violazione del protocollo sanitario. L’impressione è che anche ammesso che venga dimostrata, non potrebbe portare che a una sanzione pecuniaria. D’altronde, nella documentazione dell’Asl non c’è riferimento a eventuali mancanze del Napoli nell’applicazione del protocollo. Insomma, non può certo incidere sul verdetto del giudice sportivo su Juventus-Napoli che, secondo il club azzurro non si è giocata solo per il divieto dell’Asl.
 

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In ogni caso, al Napoli non vanno giù le allusioni, più o meno velate, sulla violazione del protocollo dopo la positività di Zielinski. E si prepara una difesa dettagliata anche su questo punto. Che anticipiamo. Lo staff medico azzurro è l’unico ad aver mantenuto, anche la scorsa settimana, dopo la modifica del protocollo, il tampone ogni due giorni. E non solo nelle 48 ore prima la disputa dell’incontro, come nella nuova disposizione. Nei dettagli, Canonico e i suoi collaboratori, De Luca e D’Andrea, dopo il primo tampone negativo per tutti il martedì (con risultati arrivati il mercoledì), hanno ripetuto il test il giovedì mattina. Verso le 16 di venerdì 2 ottobre, arriva l’esito: Zielinski è positivo. La squadra si era allenata di mattina e il pomeriggio non era a Castel Volturno, tutti erano già tornati nelle proprie case. Il Policlinico della Federico II comunica la positività, oltre che al medico sociale, anche alla Asl Napoli 1 (la sede legale del club) e alla Napoli 2 Nord dove il polacco vive. Canonico viene raggiunto al telefono da uno dei responsabili dell’Asl e in quel momento scatta l’isolamento domiciliare fiduciario per tutti i contatti stretti di Zielinski. Ovvero, per tutta la squadra. Come da protocollo. Motivo per cui, il giorno dopo, l’allenamento di rifinitura non viene tenuto il sabato mattina, ma il pomeriggio alle 17, con conseguente slittamento del volo per Torino alle 19,45. Il motivo? Proprio perché prima lo staff medico voleva conoscere i risultati del terzo tampone settimanale di Covid 19, eseguito al mattino dai calciatori. Tant’è che quando arriva il secondo positivo, Elmas, il macedone è ancora a casa sua. Finito? A dimostrazione che il Napoli è convinto di aver rispettato il protocollo Cts e che le accuse della Juventus sono senza fondamento, il medico Canonico anche a Torino, domenica mattina, aveva prenotato un ulteriore tampone in una struttura privata (e la prenotazione verrà allegata alla difesa) proprio per tutelare altri possibili contagi. Proprio sulla scia del caso Genoa.

Ecco, dunque, le partite da giocare per De Laurentiis diventa due: la prima con il giudice sportivo, per evitare il 3-0 a tavolino; la seconda in Procura federale, per difendersi dalle accuse di non aver rispettato il protocollo. Alla fine si capirà se l’unica partita che la gente vuole vedere si giocherà oppure no o se il risultato verrà deciso dal giudice sportivo.
 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/juve_napoli_ultimissime-5506122.html

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