Non cerca sfide, n duelli, n rivincite. Lui, Maurizio Sarri, vuole solo conquistare la Coppa Italia. Peccato che ci sia il Napoli, il suo Napoli, dall’altra parte. Ha un obiettivo: vincere il primo trofeo in Italia, dopo il trionfo in Europa League con il Chelsea. Per lui la sfida con gli azzurri è solo la seconda occasione per vincere qualcosa con la Juventus. Dopo il naufragio, doloroso, in Supercopppa con la Lazio. Sarri sa di non aver vie di fuga davanti a sé: la Juve deve dunque cominciare a fare sul serio, perché non basta il primo posto per rendere questa stagione positiva. Ha imparato, in questi mesi, che alla Juventus c’è una magnifica condanna: se perdi le finali, rischi di essere messo in discussione. Ed è per questo che Sarri non è tranquillo, sa di possedere una memorabile macchina con un solo, possibile limite: i cali di tensione alla centralina elettrica.
L’ATTESA
Quella di mercoledì è la prima occasione per cacciare via il fantasma di Allegri, che è sempre lì che si aggira per la Continassa. Lui, Sarri, continua a ripetere che per prima cosa bisogna giocar bene, rivendica il primato della tecnica e del possesso del pallone. Ma sa che mercoledì deve alzare al cielo di Roma quel trofeo, sennò attorno a lui torneranno ad aggirarsi i corvi che continuano a darlo al capolinea in mancanza di un successo. È importante per Sarri la finale con il Napoli: perché deve dimostrare anche in Italia di essere un vincente. A Londra di finali ne ha perse due: quella di Community Shield e la Coppa di Lega. Sarri sa bene di non aver ancora plasmato una Juventus imbattibile, e sa che con il Napoli rischia grosso. Di sicuro non riuscirà a recuperare Gonzalo Higuain, l’altro grande ex. Né ce la farà Ramsey, che pure ieri si è allenato per proprio conto. Insomma: chiunque andrà in campo dovrà farlo per vincere la Coppa. E per Sarri c’è l’amarezza di dover affrontare la squadra del suo cuore. Ma si sa: nel calcio, queste sensazioni non hanno un grande peso.
IL LUNGO STOP
Ha passato i mesi del lockdown a incrociare informazioni e dati con i suoi collaboratori e ha spesso anche fatto riunioni con i responsabili dei settori giovanili della Juventus. Ha usato molta prudenza, anche perché già ad agosto è stato vittima di una polmonite che per sintomi era assai simile al Coronavirus. Quindi, qualche precauzione in più anche quando c’è stata la ripresa: per un po’ ha affidato il compito di seguire gli allenamenti al suo staff, poi è tornato alla Continassa una volta che la fase dell’emergenza acuta è terminata. Lui si è tenuto aggiornato al computer e si è spesso collegato al telefono con molti dei suoi giocatori. Ieri ha fatto svolgere ai bianconeri una leggera partitella ma rispetto allo 0-0 con il Milan Sarri apporterà qualche cambiamento: verso una maglia da titolare Cuadrado, al posto di Danilo o Douglas Costa, per esempio. Mentre a centrocampo potrebbe partire dalla panchina Pjanic, per lasciare spazio dal primo minuto a Khedira riportando così Bentancur in cabina di regia. Ipotesi, anche perché molto dipendere da queste 48 ore che sembrano poche ma non lo sono. Di certo, il fatto che si giocherà a porte chiuse risparmierà Sarri dell’accoglienza dei tifosi napoletani. Che, di sicuro, lo avrebbero salutato ancora con dei fischi, come hanno fatto al San Paolo a gennaio.
INTRECCI MERCATO
Sarri cerca Milik ma offre contropartite tecniche poco gradite, come Rugani e Romero. Il polacco ha un accordo verbale con i bianconeri (5 milioni netti a stagione per 4 anni) e non vuole sentir parlare di rinnovo del contratto offerto dal Napoli. Il club azzurro continua a valutarlo 50 milioni e sarebbe disposto a iniziare la trattativa se la Juve mettesse sul piatto Bernadeschi.