Quando “l’anima italiana” non è data dai calciatori ma dai tifosi


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Si disquisisce a volte, sul fatto che una squadra fatta di italiani possa essere più “combattiva” rispetto ad un’altra patchwork, nella quale si parlano tante lingue.

Secondo molti, quando l’obiettivo sembra essere irraggiungibile per limiti oggettivi, é il cuore italiano di una squadra che può colmare questo gap…é questo il caso del Napoli, dove a volte la ricerca di un compatriota in squadra non dà risultati, o dove altre volte, con molto impegno lo si ritrova nel solo Lorenzo Insigne ?
No, chiaramente non lo è.

Nei prossimi anni, riforme federali imporranno l’utilizzo, o comunque la presenza in rosa di più italiani, questo per  provare a risollevare le sorti di una nazionale e di squadre di club, che, in giro per l’Europa e per il resto del mondo, troppe spesso escono sconfitte dal rettangolo verde.

Forse però “l’anima italiana” ad una squadra, non sono i calciatori a darla, ma i tifosi; é questo il caso  dell’impareggiabile pubblico napoletano che “fidelizza” Hamsik, sommerge d’amore Higuain, o che ancora,   elegge Reina a proprio condottiero. Forse un calciatore fa uno scatto in più, non perché italiano, ma perché esaltato dai propri tifosi, forse un calciatore ritrae la gamba non perché straniero, ma perché depresso dal proprio pubblico.

Quindi, ben venga chiunque, da qualsiasi angolo del mondo, é ben accetto anche chi dovesse provenire da Marte,  che i nostri tifosi lo emozioneranno, non per niente si vocifera che il pubblico del Napoli sia il dodicesimo uomo in campo…

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