Sono tante le ragioni per le quali il Napoli ieri doveva assolutamente vincere con la Lazio. Innanzitutto perché gli azzurri erano reduci da due pareggi di cui soltanto uno, quello con la Fiorentina, era apparso in qualche modo giustificabile mentre l’altro, quello con il Lecce neoprosso, sia pur protetto dall’alibi del turn over non aveva scusanti e dunque aveva scatenato, nei sostenitori vesuviani, le peggiori ansie e paturnie da prestazione.
Poi perché sulla panchina della Lazio ci sta seduto Sarri e, si sa, come accade con tutti gli ex di questo mondo, quando ci sta l’ex l’imperativo è mostrarsi splendidi per alimentare nell’altro la nostalgia, il pentimento, il rimorso. E infine, non da ultimo, il rischio che in caso di pareggio o peggio, di sconfitta, su Napoli sarebbe piombato un altro fantasma, quello di Fabian Ruiz che travestito da munaciello ma con la maglia del Psg sarebbe venuto qua e avrebbe funestato i sonni di tutti i napoletani con il replay in loop di quel gol da mago del biliardo diventato storia nei minuti di recupero contro la Lazio.
Tutte ragioni di cui evidentemente era stato messo a conoscenza in coreano stretto Kim che ha avuto il merito di chiudere la partita della Lazio e di aprire, con un gol di testa, la serata autoritaria del Napoli. Protagonista indiscusso Kvaratskhelia che dopo pali e piedi di portieri e pali e piedi di portieri, pur avendo il peso specifico di una sciusciella si coordina e trafigge con la forza di Roberto Carlos la porta della Lazio. Da lì in poi è Napoli show. Allora, con buona pace del turn over, lo possiamo dire. Mister appilati le orecchie: Bentornato Napoli.