«La mentalità vincente di Ancelotti sarà di
aiuto anche per la Champions: sarà un Napoli brillante pure
in Europa, non solo in Italia. D’altronde, una squadra che ha
conquistato 91 punti non depaupera il suo immenso patrimonio di
conoscenze tecniche solo perché ha cambiato
l’allenatore». Gian Piero Ventura dopo una ventina di
anni in prima linea, è alla finestra. E attende di tornare
in pista. Il ct della Caporetto del calcio italiano ha una gran
voglia di mettersi tutto alle spalle. Ventura aspetta la sua
Vittorio Veneto e si prepara al ritorno in pista andando in giro
per i campi della serie A.
Ventura, era allo Juventus Stadium sabato?
«Ero lì e mi ha colpito il fatto che più che
tifare per la vittoria dei bianconeri, i tifosi erano lì che
aspettavano il primo gol di Cristiano Ronaldo. Una specie di
assillo per tutti. Spero che non lo sia anche per il portoghese,
perché non è semplice neppure per lui andare in campo
con questo peso».
Di sicuro, due partite con zero gol fa un certo
effetto.
«Sta facendo i conti con le difese italiane, ci sta un
periodo di ambientamento: non è semplice fare gol quando ci
sono squadre come il Chievo che si difendono in 11 in area di
rigore e che sotto il profilo tattico studiano ogni dettaglio per
non farti giocare. La Liga è diversa dal nostro campionato,
ma ci metterà poco a capire come si fa».
La Champions può togliere energie alla corsa
all’ottavo scudetto della Juventus?
«Le rivali lo sperano a ogni inizio stagione, poi si sa come
va a finire. Non credo che sia una ossessione la Coppa per Allegri,
ma è chiaro che se arrivi due volte in finale e poi prendi
il più forte di tutti, diventi una delle favorite. Se non la
favorita».
In realtà la Champions toglie energie quasi sempre
alle altre…
«Vero. Ma per il Napoli non sarà così. Conosco
Ancelotti, so che arriverà preparato alla fase a gironi e
porterà la sua voglia e la determinazione per andare
più avanti possibile. Ha vinto tre Champions, è casa
sua. Non mi stupirebbe affatto che il Napoli sia la grande sorpresa
della prossima Champions. Nessuno meglio di lui sa come affrontare
questa competizione: Carlo era l’uomo perfetto per riuscire a
dimenticare uno come Sarri».
Perfetto?
«Dirò di più: l’unico. Peraltro è
entrato nel gruppo nella maniera giusta, quasi in punta di piedi.
Con la sua esperienza nella gestione degli uomini e con la sua
testa da vincente nato, darà un contributo importante
all’ulteriore crescita di questa squadra che negli ultimi anni
ha fatto qualcosa di fenomenale».
From: Il Mattino.