Dal Meazza al Meazza, dalla vittoria sul Milan nel primo round scudetto alla sfida contro l’Inghilterra. La Nazionale nel segno di Jack Raspadori, una delle stelle del Napoli primo in serie A (a pari punti con l’Atalanta) e nel girone di Champions League, uno dei pochi italiani che hanno un posto (o quasi) da titolare nella loro squadra. Il ct Mancini ha smesso perfino di lamentarsi, anche perché il problema resterà di difficile soluzione se Federcalcio, Lega e società non riusciranno a trovare un punto di intesa sulla percentuale degli azzurrabili. Raspadori è un pupillo di Spalletti e ancor prima del Mancio, che lo volle nel gruppo vincitore dell’Europeo nell’estate 2021.
Stasera, contro gli inglesi ultimi nel girone di Nations League, Raspadori è annunciato in formazione sul lato sinistro del 4-3-3. Là dove ha giocato fino alla scorsa primavera Insigne, prima di trasferirsi a Toronto. Le porte della Nazionale non si sono chiuse per questa ragione: Lorenzo è rimasto dall’altra parte del mondo per problemi familiari, il rapporto con Mancini è forte e potrebbero esservi altre occasioni, anche se il rinnovamento deve andare avanti. Con Raspadori e altri ventenni che diano all’allenatore, buttato fuori dal Mondiale nove mesi dopo il trionfo a Wembley, speranze per il futuro. Perché è di questo che ha bisogno il calcio italiano, che vive una delle sue peggiori fasi. La crisi parte da lontano, è cominciata di fatto dopo il Mondiale vinto nel 2006.
L’ultima partita di Nations League prima della sosta estiva è stata strapersa in Germania: 1-5. Mancio aveva un groppo in gola dopo quella disfatta. Ora prova a fare coraggio a se stesso e alla nuova Nazionale che ritrova gli avversari della finale di Wembley. «Una partita così bella non può non darci entusiasmo, peraltro ci ricorda qualcosa… Avere conquistato l’Europeo dopo 50 anni resterà nel palmares dell’Italia. Ora c’è ancora in ballo il primo posto in Nations League. Approdare nella fase finale della competizione ci darebbe un po’ di gioia perché fino a dicembre ci sarà da soffrire abbastanza». Perché ancora una volta vedremo il Mondiale in tv, come era accaduto quattro anni fa. «Abbiamo cominciato a gettare le basi per il futuro, intanto scendiamo in campo con quello spirito di squadra che ci ha sempre contraddistinto. Non sono preoccupato anche se l’Inghilterra sta meglio di noi: è una delle nazionali più forti al mondo, dovremo cercare di giocare bene e in modo semplice», ha sottolineato il ct prima di mettersi in viaggio con la squadra per Milano, dove l’ambiente stasera potrebbe non essere accogliente. «Mi auguro che il pubblico ci aiuti dall’inizio alla fine», ha detto capitan Bonucci, provando a non apparire scosso per i tormenti che sta vivendo la Juve.
Certe esclusioni decise da Mancini hanno lasciato perplesse alcune tifoserie. «Ci mancano in effetti diversi elementi importanti. E il fatto che nel nostro campionato giochino pochi italiani è un problema. Al di là di tutto penso che i giocatori debbano avere la voglia di venire e stare in Nazionale pure in situazioni non semplici, non si può farlo a fasi alterne». È il motivo per cui il laziale Zaccagni e il romanista Zaniolo non sono stati portati a Coverciano? Il ct ha chiarito che andrà avanti col 4-3-3, suo marchio di fabbrica, anche se c’è carenza di esterni (si è infortunato Politano, al suo posto convocato l’ex Napoli Gabbiadini). «Se cambiare modulo ci facesse vincere lo faremmo sempre». L’ultima partita del girone lunedì in Ungheria, contro la capolista del raggruppamento allenata da un italiano, Marco Rossi, costretto a lasciare la famiglia a Pozzuoli e a trasferirsi a Budapest perché riceveva proposte soltanto da squadre di serie C.