Ode stentata, elogio d’affetto, epinicio a denti stretti e
carme stiracchiato per questo scricciolo di campione che, visto
dagli ultimi posti della Dacia Arena, è proprio un omino, fa
stare in ansia, ce la fa?, regge?, sembra così piccolo e
magro da fare tenerezza, ma Jorge Luiz Frello Filho, brasiliano
dello Stato di Santa Catarina, nel sud del Brasile,
sull’Atlantico, e italiano per la famiglia paterna di Lusiana,
in provincia di Vicenza, è tutt’altro che un omino in
quei 65 chili di peso-forma e l’1,80 di altezza. A Udine salva
una partita che ancora ci chiediamo se il Napoli l’ha giocata,
se c’era in campo o se faceva finta d’esserci più
per dovere che per piacere.
Nel più brutto Napoli della stagione con gambe di cioccolato
fuso, teste a bagnomaria e cuori di gomma piuma, Jorginho non si
sottrae al pomeriggio friulano di resa condizionata ed eroica
fiacchezza, coinvolto nella grande bruttezza di questa fredda
domenica di novembre, ma mette a segno un gol che vale la vittoria,
se è questo che conta. Giocare bello è facile,
vincere è più difficile. Il Napoli vince e il
discorso è chiuso.
La battuta del calcio di rigore è tipica del pomeriggio di
sprofondo azzurro a Udine. Una torta in faccia. Ma Jorgi ha uno dei
pochi scatti del match per rimediare e ribattere in gol dopo la
respinta di Scuffet. Aveva già infilato cinque rigori senza
ambascia ed errori. Il rigore calciato su Scuffet in tuffo era del
tutto degno del pomeriggio di totale svaccamento azzurro.
Riportando Jorginho in squadra, Sarri ha inserito il pilota
automatico. Ma nella perdita totale di ogni automatismo, il pilota
è andato in avaria. Più che la gabbia preparata da
Oddo (Balic in controllo, Barak per il raddoppio, Perica arretrato
a schermare l’azzurro), sono stati i compagni ad accrescere il
pomeriggio troppo lungo e nero dello stesso Jorginho. Quando ha
tentato il lancio risolutore, visto che il tiki-taka non funzionava
nella ragnatela udinese, una volta Insigne, più volte
Mertens e una volta Callejon, costantemente anticipati dai
difensori friulani di ogni continente e nazionalità, si sono
sottratti al compito d’essere i terminali decisivi.
From: Il Mattino.