È durato un anno il sodalizio: l’agente ha disdetto l’accordo con l’attaccante del Napoli
NAPOLI – Non ha funzionato, succede, e chissà se sia mancata l’empatia o se invece si sia scoperta una natura diversa, semmai persino una distanza giudicata eccessiva, nel separare rapidamente Lorenzo Insigne da Mino Raiola. È durato (ufficialmente) un anno, dall’11 aprile del 2019 alla vigilia di Pasqua, un tandem che rimane adesso raffigurato in una delle rare foto «social», come si fa adesso, e che risale a un’epoca che sembra lontana, quasi irreale, perché il tempo è sfilato via e ha stracciato un “matrimonio” con una disdetta tecnicamente inviata da Raiola, ma di fatto inspirata da Insigne con un confronto dialettico serrato che ha preteso il divorzio. E adesso si raccolgono le confidenze personali o il silenzio che accompagna in giorni eguali a se stessi, svuotati dal calcio e dai suoi rimbalzi; e si resta in quella zona d’ombra che viene semplicemente illuminata da un amaro sorriso scugnizzo o dalla riservatezza che uno dei boss del mercato si concede per soffocare il chiacchiericcio.
SORPRESA – Quando Raiola si «avvicina» a Insigne, se ne ha percezione lateralmente, dopo aver intuito che tra il «monello del gol» e la Doa (che sta per Della Monica, Ottaiano e Andreotti, la triade che lo ha accompagnato dalla adolescenza all’ultimo rinnovo) s’è consumato uno strappo che cancella troppe stagioni attraversate assieme.
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