Manchester City-Napoli, perché è una sconfitta che dà forza


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Non sappiamo se quelle del secondo tempo di Manchester erano esattamente le facce che voleva vedere Sarri sul campo del maestro Guardiola, di sicuro il coraggio e il gioco non sono mancati nella ripresa al Napoli. Era cominciata male, molto male, quest’affascinante sfida, con micidiali colpi che avrebbero potuto stendere avversari anche più allenati al palcoscenico internazionale. Però gli azzurri non sono crollati, hanno reagito da grandi e alla fine il resoconto è rappresentato da una partita in equilibrio e da una sconfitta di misura che confermano che il tecnico e il suo gruppo hanno imboccato la strada giusta.

La partenza è stata uno choc: il bellissimo e devastante City di Guardiola ha segnato due gol in 5′, colpendo poi una traversa e vedendo respinto un tiro sulla linea da Koulibaly. Un inizio favorito dalla timidezza del Napoli, dalle carenze a centrocampo (Allan è una risorsa irrinunciabile, soprattutto se il suo sostituto Zielinski si aggira disorientato nella cattedrale dell’Etihad) e dalle leggerezze della difesa, nei cui vuoti il City si è agevolmente mosso.

La pressione della leader della Premier – la migliore del miglior campionato, con un altissimo possesso palla e percentuali di passaggi e recuperi vicini alla perfezione – è stata forte anche perché gli azzurri di maggiore qualità hanno tardato ad entrare in partita. Insigne si è battuto con orgoglio finché non è stato costretto a chiedere il cambio per infortunio, ma gli altri? Fuori giri Hamsik, poco efficaci Callejon e Mertens, che ha confermato il suo momento grigio calciando su Ederson il rigore che avrebbe potuto cambiare il corso della partita a 7′ dalla fine del primo tempo.
 

From: Il Mattino.

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