Mertens e un gol di culo per entrare nella storia


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Diciamoci la verità, se l’anno scorso di questi tempi avessero chiesto a un napoletano qualsiasi, dove sarebbe stato ora Koulibaly, costui, con ancora negli occhi l’immagine dell’ascensione al cielo con cui il senegalese bucava la difesa bianconera e regalava alla città la speranza del terzo scudetto, tutto avrebbe risposto tranne che, esattamente un anno dopo, il generale nero di Sarri sarebbe stato impegnato al massimo a sgombrare il terreno di gioco al San Paolo dai gonfiabili pubblicitari delle bibite analcoliche. E invece è andata proprio così. 365 giorni dopo la storica impresa di Torino, è questa l’azione più significativa compiuta sul rettangolo di gioco dal senegalese al San Paolo dove un Napoli stanco manco avesse percorso a piedi lo stesso itinerario seguito a Pasquetta dai fujenti della Madonna dell’Arco si è fatto raggiungere e poi indecorosamente superare da una guizzante Atalanta in corsa per un posto Champions. Un Napoli che nemmeno dopo la sconfitta con l’Arsenal e la susseguente eliminazione dall’Europa League ha saputo trovare da qualche parte una qualsiasi motivazione per non perdere in casa propria con l’Atalanta. Unica nota positiva, il gol di Mertens. Inutile ai fini del punteggio, visto il pareggio e poi il raddoppio dei bergamaschi, ma utilissimo per statistiche ed almanacchi. Innanzitutto perché messo a segno di culo ma non nel senso dell’accadimento fortuito bensì proprio dell’elemento logistico-strutturale e poi perché realizzato dall’attaccante dopo aver sinceramente ammesso all’arbitro che su una precedente uscita del portiere avversario non c’era fallo. Non sarà molto ma in una serata in cui pure l’orgoglio e la dignità sono venute a mancare anche un poco di onestà può rendere meno amara la sconfitta.

From: Il Mattino.

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