Con Sarri, quello dei cambi fissi e delle rotazioni inesistenti, il
dodicesimo uomo del Napoli poteva scendere in campo una volta ogni
due settimane, ovvero quando gli azzurri erano impegnati in casa e
dalla loro si poteva schierare il pubblico del San Paolo. Ora che
sulla panchina siede Carlo Ancelotti, però, le cose sono
cambiate e allora il dodicesimo uomo del Napoli non è
più solo figurato, bensì anche in carne ed ossa. Si
tratta di Dries Mertens. Il belga, che con Sarri era stato prima il
falso novo e poi il capocannoniere del Napoli, si sta ridisegnando
un ruolo alle spalle di Milik e non solo.
Pochi dubbi attorno all’utilizzo di Mertens: per Ancelotti
può essere la ventata di freschezza con la quale portare
scompiglio nella retroguardia avversaria quando le partite sono
più bloccate ed è necessario provare a invertire
l’andamento. In realtà l’impatto di Mertens nelle
prime tre gare di campionato è stato pressoché
questo. Perché sia contro la Lazio che contro il Milan il
suo zampino si è rivelato decisivo per completare le due
rimonte. Contro il rossoneri, poi, il suo piattone destro è
stato quello che ha regalato i tre punti agli azzurri: un gol
prezioso per il Napoli quanto per Mertens che con un solo tocco ha
detto all’allenatore «Ci sono anche io». Ma non
è tutto.
From: Il Mattino.