La geografia capovolta. Un portiere del nord che gioca al sud,
contro un portiere del sud che gioca al nord. È anche questa
la sfida tra Alex Meret e Gigio Donnarumma, perché oltre a
rappresentare le due facce più belle del dopo Buffon, sono
anche due mondi agli antipodi che si ritrovano.
Quella di Donnarumma è una storia nota. Dalla partenza da
Castellammare quando era poco più che un bambino,
all’esordio con la maglia del Milan in serie A a 16 anni (il 25
ottobre 2015). Il resto è praticamente storia. Perché
fin da quel giorno i riflettori di tutta Italia sono stati puntati
su questo ragazzone di origine campana tanto silenzioso quanto
efficace tra i pali. Il primo a dargli fiducia è stato
Sinisa Mihajlovic, ma tutti quelli che si sono alternati sulla
panchina del Milan dopo di lui non hanno avuto alcun dubbio sulle
sue qualità affidandogli le chiavi della porta a scatola
chiusa.
Meret ha due anni in più rispetto a Donnarumma (21 lui, 19
l’altro) ma non per questo non ha iniziato a parare anche lui
con il marchio a fuoco del predestinato. Un po’ perché
essendo friulano come Zoff si porta dietro l’eredità
pesante di un grandissimo portiere e un po’ perché la
sua prima apparizione tra i professionisti – con la maglia
dell’Udinese a 18 anni in Coppa Italia contro l’Atalanta
nel 2015 – fu un vero e proprio successo di critica e di pubblico.
Come Donnarumma, però, anche lui ha cambiato presto aria.
Quella di casa, ovvero Udine e il Friuli, è diventata presto
un lontano ricordo perché a Ferrara, con la maglia della
Spal, è diventato grande (esordio in serie A a 20 lo scorso
28 gennaio, contro l’Inter). Così grande da conquistare
la stima e le attenzioni del Napoli, ancora più a sud,
ancora più lontano da casa.
From: Il Mattino.