Ci sono punti e punti. Perch tenendo conto che questo Napoli era come un aquilone in una bufera. Bisogna tener conto anche che arrivava da uno 0-0 inguardabile con il Genoa e chepesa sullo spirito di tutti il braccio di ferro con De Laurentiis. Dunque è vero che questo punto in altri tempi sarebbe stato da buttare via contro un Milan così modesto, ma adesso no. È un brodino vegetale, un piccolo ricostituente e nulla più. Piuttosto, quel 4-3-3 provato nella ripresa è nel dna della squadra, e lo si è visto anche nell’entusiasmo con cui è stato accolto in campo. La zona Champions è lì a portata di mano e il calendario può dare una mano alla ripresa.
MERET 6.5
Interviene al 9′, cancellando a Bonaventura il più facile dei tap-in. Difficile poter fare qualcosa sulla bomba dal limite di Bonaventura, non è chiamato a miracoli particolari, ma si fa trovare sempre pronto ed anche al rilancio si dimostra piuttosto preciso, anche quando Zielimseki lo mette in difficoltà con un retropassaggio poco da amico
DI LORENZO 6
Soffre, in particolare l’alba della partita, l’azione in combinato di Theo Hernandez e Rebic, con diversi pericoli che nascono sul fronte destro difensivo del Napoli per il mancato raccordo con Callejon. Nella ripresa spinge poco, molto preoccupato dalle sortite del Milan che sono improvvise. Nel finale qualche spunto in più
MAKSIMOVIC 6
Stranamente timido e quasi titubante nel modo con cui impatta la sfida, come se fosse un debuttante. Poi col passare dei minuti capisce che davanti ha quasi una squadra senza attaccanti e si tranquillizza. Diversi gli appoggi sbagliati, poi la serenità aumenta e costruisce gioco, sbagliando davvero con pochi interventi
KOULIBALY 7
Due chiusure importanti nei primi venti minuti, una decisiva su Conti, poi mettendo in angolo un pallone pericoloso destinato a Piatek. Gara precisa, sfiora il gran gol in forbice in avvio di ripresa. Trova su Piatek in scivolata l’intervento che salva il risultato: il timing della scivolata rasenta la perfezione, perché non solo ci arriva ma rinvia pure.
HYSAJ 5.5
Eternamente schierato fuori ruolo, vive ancora una volta partita non facile, anche perché non trova le simmetrie con Elmas. Sfiora la clamorosa autorete a metà della prima frazione, col passare dei minuti riesce meglio nelle chiusure. Nuove difficoltà in avvio di ripresa, con il Milan che spinge di più dalle sue parti.
CALLEJON 5
Ancelotti gli chiede di trasformarsi in punta esterna in fase di possesso così da consentire anche a Di Lorenzo di spingere: dopo un avvio complesso trova le misure per abbassarsi nel modo giusto con il terzino destro azzurro, ma non c’è sotto il profilo dell’intensità, anche se qualcosa di buono lo combina in fase di interdizione
ALLAN 7
Stringe il campo, funge da primo play e gioca con sostanza. Diversi i palloni sradicati E le azioni stoppate: ma, la mancanza di organizzazione difensiva lascia troppi varchi che nemmeno i chilometri coperti da Allan riescono a tamponare. Nella ripresa, sfiora anche il gol nel finale e trova una serie importante di chiusure, come nel finale su Leao, decisive
ZIELINSKI 6
Gioca un numero alto di palloni, si fa trovare con continuità dai compagni, riesce a far alzare il baricentro del Napoli: manca la giocata che possa regalare la scintilla negli ultimi metri. Meno brillante in fase di non possesso con troppo campo da coprire per le sue caratteristiche, anche se diventa fondamentale in marcatura su Biglia
ELMAS 5.5
Prima volta da esterno mancino di centrocampo, fatica a trovare le misure del ruolo, sopperendo con la fisicità ad un gap di intesa con Hysaj. Molti errori. Nella ripresa prova a esser più ficcante, recupera a metà secondo tempo un gran pallone su Biglia, chiude il triangolo con Mertens, ma piuttosto che tirare, si mette in mostra per una banale simulazione.
LOZANO 6,5
Trova il gol al 24′ con un tocco di testa dopo la traversa di Insigne. È il lampo di una prima mezz’ora difficile, mancano le misure dell’intesa con Insigne e con gli esterni. Nel secondo tempo rientra con l’argento vivo: diverse discese al massimo dell’accelerazione, un pallone d’oro fallito da Insigne, diventa il riferimento dell’attacco partenopeo.
INSIGNE 6
Funge da raccordo tra centrocampo ed attacco, cerca di farsi recapitare il maggior numero di palloni, prova la discesa per accorciare il campo. Trova la conclusione che vale il vantaggio del Napoli con il tocco seguente di Lozano, si spende molto nel lavoro di cucitura del gioco, ma fa sbattere su Donnarumma un gol facile. Esce per un infortunio al braccio
MERTENS 5,5
entra bene nel match, trasforma il Napoli nel 4-3-3 e crea i presupposti per una maggiore pericolosità del Napoli. Un impatto che Elmas potrebbe tramutare nell’1-2 mentre il macedone preferisce simulare. Poi nel finale ha la buona occasione per colpire e affondare ma preferisce usare il fioretto piuttosto che la clava.
YOUNES 5
Come al solito non impatta bene col match, i suoi spunti sono pochi e quando ha l’occasione per fare la cosa giusta, la sbaglia. Non dà mai un cambio di passo, non consente mai di conquistare una superiorità numerica. Dovrebbe spaccare il mondo ogni volta che ha il pallone, ma è anonimo. Come la sua stagione finora
LLORENTE SV
Briciole per poter essere giudicato. Con il suo ingresso in campo la fisicità conquistate nell’area rossonera è totale: il Napoli prova a raggiungerlo con una serie di traversoni che però non arrivano mai sulla sua testa. Dieci minuti in campo sono troppo pochi persino per farlo ingranare ma non era la partita adatta alle sue corde
ANCELOTTI 5.5
Conferma il 4-4-2, vira solo nel finale sul 4-3-3 ma l’accidenti che colpisce Insigne fa mandare all’aria il suo piano di assalto finale al Milan. Il suo Napoli continua a lasciare troppi spazi, continua a non avere il giusto equilibrio e spesso pure le distanze. L’impressione è che Lozano e Insigne punte sono uno spreco e infatti è difficile che siano realmente pericoloso. Manca, inoltre, un’identità precisa in fase offensiva, con tanti strappi, molti individuali e poche manovre che valorizzino realmente i singoli. In ogni caso la squadra risponde presente: e non è poco visto quello che è successo negli ultimi tempi.
ORSATO 6,5
Ha fatto l’arbitro come piace ad Ancelotti quando senza attendere il Var Irrati si è diretto come un fulmine du Elmas per ammonirlo per simulazione. Non aveva bisogno di avere risposte tecnologiche (anche se poi l’azione è stata rivista ed era evidente che il macedone pare si stia lasciando andare ancor prima del contatto). Fa giocare ed è un bene, un po’ permaloso e non a caso se proprio gli va appuntato qualcosa sono i continui richiami ai giocatori. C’era Rizzoli a vederlo. Se l’è cavata egregiamente