Nell’estate del 2016, Arek Milik si era presentato a Napoli con l’etichetta dell’uomo che avrebbe dovuto occupare il non facile posto lasciato da Higuian. E non solo perché l’argentino aveva battuto ogni record di marcature con la maglia del Napoli, ma soprattutto perché il Pipita aveva preferito la Juventus a Napoli.
Per assicurarsi il polacco, De Laurentiis ha versato 32 milioni nelle casse dell’Ajax: cifra di tutto rispetto per un giocatore che era da tutti indicato come un grande prospetto, ma che fino a quel momento non aveva lasciato segni indelebili nel calcio mondiale. Eppure il bigliettino da visita con il Napoli è stato da capogiro: due partite, due doppiette. Prima in campionato (contro il Milan) e poi il Champions (sul campo della Dinamo Kiev). E allora Maurizio Sarri già si leccava i baffi immaginando il suo Napoli con quella nuova punta di diamante al centro del suo tridente. L’entusiasmo è durato poco, fino al 9 ottobre 2016, quando Milik si è rotto il crociato durante una gara con la sua Polonia. L’infortunio lo ha tenuto fuori per 127 giorni. Una vera eternità per un giocatore che proprio quell’anno avrebbe dovuto prendere per mano il Napoli e condurlo in vetta al campionato.
Dopo la prima stagione, i riflettori erano tutti puntati sul grande ritorno di Milik l’anno successivo, ma la sfortuna si è accanita sul polacco che il 24 settembre 2017, durante la gara di campionato Spal-Napoli si è nuovamente accasciato al suolo per l’ennesimo infortunio al ginocchio. Questa volta lo stop è stato più lungo (158 giorni senza giocare) e al ritento non è stato più lo stesso. Mertens, che intanto già da un anno era diventato il terminale offensivo della squadra, ha stabilmente presto il posto al centro dell’attacco e per il polacco c’è stato modo solo di fare qualche piccola apparizione.
Con Ancelotti, alla fine del ciclo di Sarri, Milik è nuovamente tornato al centro del progetto, anche perché con Carletto le punte lì davanti erano due. Proprio sotto la gestione Ancelotti, però, è arrivata una delle serate più amare per il polacco che l’11 dicembre 2018 ha fallito clamorosamente il match point per portare il Napoli agli ottavi di Champions, sparando addosso al portiere del Liverpool. Eppure la stagine 2018-19 è stata la migliore del polacco dal punto di vista realizzativo. 20 gol (di cui 17 in campionato) e una buona continuità di rendimento, che però non sono bastati a convincere il Napoli e Gattuso (arrivato nel gennaio successivo) a puntare ancora forte su di lui.
Alla fine dell’estate del 2020, infatti, è arrivata la rottura (dovuta anche al mancato rinnovo del contratto in scadenza) e all’esclusione da tutte le liste. Ora la nuova avventura si chiama Marsiglia, dove Milik spera di ritrovare continuità e gol, che tradotte in polacco vorrebbero dire nazionale. A giugno ci sono gli Europei e Arek sogna un posto nella lista dei 23 del neo ct Paulo Sousa. Per convincerlo dovrà ripartire dalla Ligue 1 dopo le 4 stagioni di alti e bassi in serie A. Con il Napoli ha segnato 46 reti in 122 partite, servito 5 assist, realizzato 8 doppiette e una tripletta, proprio in quella che è stata l’ultima notte di Ancelotti sulla panchina degli azzurri.